Gli effetti negativi della troppa pioggia: «Campi allagati e semine marcite. È tutto da rifare»
A rischio il primo taglio di fieno, le ciliegie scoppiano al posto di maturare e non va meglio ai vigneti: troppa acqua fa male
La siccità non va bene, ma neanche la troppa acqua che sta scendendo in questa primavera 2024. Gli agricoltori sono infatti in difficoltà, perché chi non ha ancora seminato non riesce a entrare nei campi a causa dei terreni saturi di acqua e quindi impraticabili; chi invece ha già coltivato, sta perdendo il raccolto. Il mais che era già stato seminato è morto per asfissia radicale e quindi le operazioni di semina si dovranno ripetere. Inoltre, l'eccessiva umidità sta favorendo lo sviluppo di funghi e la crescita anomala delle infestanti.
«Tutto da rifare»
Da qui, l'allarme di Coldiretti Bergamo, che sottolinea come le conseguenze dettate dalla pioggia comporteranno un notevole aggravio dei costi. «È una situazione disastrosa - sottolinea Davide Facchinetti, agricoltore di Treviglio -. Non riusciamo a entrare nei campi perché i terreni sono praticamente distese di fango, quindi siamo molto in ritardo con tutte le lavorazioni e le semine in generale. I pochi campi che eravamo riusciti a seminare prima delle piogge sono allagati e le sementi di mais sono marcite. Purtroppo dovremo rifare tutto. Le colture vernine che stiamo raccogliendo non sono certo di qualità perché sono sporche di terra e piene di acqua. Con queste condizioni sarà difficile ottenere un buon foraggio per alimentare gli animali».
A rischio il primo taglio del fieno
In montagna infatti le precipitazioni hanno allettato l'erba e la stanno facendo marcire quindi difficilmente si potrà recuperare il primo taglio di fieno, che è anche spesso il più nutriente. Lo conferma Claudio Rinaldi, agricoltore di Lurano: «Stiamo seguendo con apprensione lo sviluppo del mais che abbiamo seminato nei giorni scorsi. Le piantine sono già nate e se la situazione non cambia nei prossimi giorni temiamo che tutta questa pioggia e le basse temperature ne compromettano la crescita. Con questa situazione meteo anche il primo taglio di fieno è a rischio».
Male anche ai viticoltori
Anche ai viticoltori non va meglio, anzi. Questo è infatti il periodo della della prefioritura, una fase particolarmente delicata della vegetazione, ed è quindi necessaria la massima attenzione. Sono stati per questo necessari ulteriori trattamenti fitosanitari, in particolare nei vigneti biologici dove si utilizzano prodotti soggetti al dilavamento. Anche chi deve eseguire nuovi impianti a vigneto ha difficoltà nella preparazione dei terreni, non riesce ad arare, fresare, livellare con conseguente ritardo della piantumazione.
Serve un piano invasi
Infine, si aggiungono i problemi di frutta e verdura. Per esempio le ciliegie invece di maturare stanno scoppiando per l'eccesso di acqua. «Sempre più spesso l’agricoltura si confronta con gli effetti dirompenti dei cambiamenti climatici - sottolinea Coldiretti Bergamo -. Ormai programmare le attività diventa sempre più difficile perché gli sfasamenti stagionali, gli sbalzi termici e il rapido passaggio dal sole al maltempo non sono prevedibili. Visto l'alternarsi di stagioni molto piovose con stagioni siccitose sarebbe importante riuscire a trattenere e valorizzare le precipitazioni con il piano invasi, in modo da avere a disposizione le risorse idriche nel momento del bisogno».
Certo, a Coldiretti sono sempre bravi a lamentarsi. Poi però quando si cerca di porre un argine al riscaldamento e ai cambiamenti climatici sono subito a manifestare e a bloccare le strade coi trattori