Accoltellamento di Casnigo, il 36enne arrestato non risponde alle domande del gip
Il rumeno, alla presenza del suo avvocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al magistrato
Silenzio davanti al gip. M. S., il 36enne rumeno arrestato la scorsa domenica 12 maggio a Casnigo, con l'accusa di tentato omicidio nei confronti della sua ex ragazza, si è avvalso in presenza del suo avvocato Cristiana Tagliarini della facoltà di non rispondere. Si dovrà quindi aspettare per poter avere altri elementi e ricostruire le dinamiche di quanto avvenuto quella tarda mattinata.
Convivevano a Gorle
I due, fino a un paio di mesi fa, vivevano in un'abitazione di Gorle in via Celadina. Lui, con un figlio avuto da una precedente relazione, ci si era trasferito da solo ormai tre anni fa, nel 2021. La vittima, ancora ricoverata in gravi condizioni in ospedale a Bergamo, l'aveva raggiunto dopo che si erano messi insieme nel 2023. Al momento, non sarebbero emersi episodi di litigi accesi o violenze, così come attriti con i vicini, anche dopo che lei, 24enne ucraina, di mestiere badante, se n'era andata dopo che avevano troncato la relazione.
Pare che qualche discussione ci sia stata unicamente per la suddivisione degli oggetti che tenevano in casa durante la convivenza, ma comunque niente che avrebbe lasciato presagire un esito tanto tragico.
L'accoltellamento a Casnigo
Rimane comunque da capire come si siano svolti con esattezza i fatti lo scorso fine settimana, quando i due hanno raggiunto presumibilmente insieme in macchina, una Toyota Yaris nera, quella strada sterrata, situata all'imbocco di una zona boschiva a margine di via Carrali. Forse, un "incontro chiarificatore", come tanti ce ne sono stati con risultati simili per altri episodi di cronaca, ma è ancora presto per poterlo affermare con certezza.
Fatto sta che, intorno alle 11.52, al Numero unico d'emergenza è arrivata la chiamata della 24enne, che affermava di essere ferita e di stare perdendo molto sangue, chiedendo aiuto. Gli operatori non hanno perso tempo, mandando sul posto ambulanze, automedica, Soccorso alpino ed elicottero, perché la telefonata è stata fatta da una zona impervia, dato che quella strada sterrata porta dentro una fitta macchia di alberi e sterpi.
I soccorritori non hanno dovuto però sforzarsi molto per trovarla, perché l'ucraina si era accasciata a poca distanza dalla vettura, nel cui abitacolo sarebbe avvenuta l'aggressione con l'arma, un coltello da cucina ritrovato non molto distante dalla vettura. Dal frammentario racconto che la giovane avrebbe fatto a personale medico e forze dell'ordine, prima di essere imbarellata e portata in elisoccorso al Papa Giovanni, avrebbe ammesso di essere stata accoltellata e avrebbe fatto il nome dell'ex fidanzato.
L'arresto dell'ex compagno
Il quale all'inizio non era presente sul posto, ma è poi tornato indietro venendo bloccato, senza opporre resistenza, dai carabinieri di Clusone e Gandino. In seguito, è stato arrestato per tentato omicidio e, sulla base degli elementi indiziari raccolti, condotto in carcere a Bergamo. Davanti a inquirenti e pm, ha negato ogni addebito. Sul luogo dell'accaduto è in seguito arrivato il nucleo scientifico dell'Arma, che ha delineato la zona d'interesse per effettuare i dovuti rilievi e posto sotto sequestro sia il mezzo che la lama. Se si dovesse appurare che il 36enne se l'era portata dietro con l'intento di uccidere, scatterebbe anche l'aggravante della premeditazione.
Dal passato del muratore non sono emerse ombre, a parte un processo affrontato con l'accusa di aver dichiarato il falso per ottenere il reddito di cittadinanza. Un procedimento giudiziario dal quale, comunque, era uscito assolto. La sua legale l'ha definito una persona tranquilla e un padre esemplare, ma restano da comprendere le cause che hanno portato ai drammatici eventi, così come lo svolgimento della vicenda.