La festa del popolo e gli occhi dei protagonisti: sul bus erano tutti a bocca aperta
Travolti, sorridenti e felici. Gli eroi della notte di Dublino e di questa incredibile annata nerazzurra in mezzo al popolo della Dea
di Fabio Gennari
Giù, in strada, il popolo in festa. Quello che è successo invece sopra al bus scoperto che ieri sera (31 maggio) ha attraversato la marea nerazzurra che ha travolto Bergamo merita una storia a sé.
Tutti, da Percassi e Pagliuca fino all'ultimo dei massaggiatori, sono parsi increduli, assolutamente travolti da quello che hanno visto e vissuto. I giocatori alla fine sono ragazzi che di certe emozioni si nutrono ogni domenica in campo, certo non con questi numeri, ma la passione dei tifosi rappresenta un pezzo importante della prestazione.
In prima fila c'era il co-chairman americano Pagliuca: a più riprese il numero 1 dei Boston Celitcs, che condivide con i Percassi la proprietà della Dea, è stato visto rapito da quello che aveva davanti. Felice, sorridente. Come quando vedi qualcosa che ti immaginavi così ma che non pensavi potesse davvero essere così.
Antonio Percassi, in via Camozzi, è stato travolto dal coro del popolo lanciato da Koopmeiners («Antonio Percassi, eh-eh, oh-oh») e lui ha risposto alzando le braccia al cielo. Gasperini era in piedi a cavalcioni delle protezioni, come tutti i suoi giocatori.
Già, i giocatori. Che Hateboer finisse per essere il "capopopolo" lo si poteva immaginare, ma vedere Holm e Adopo con le torce in mano, o Koopmeiners che non mollava più il megafono, è stato speciale. E chissà che le voci di mercato, di fronte a una simile manifestazione d'amore, non passino in secondo piano.
Il volto di De Ketelaere, le braccia al cielo di Toloi ed Ederson, gli occhi persi di Scamacca davanti a quel mare di gente e, via via, gli sguardi di tutti gli altri, a partire da Lookman e Ruggeri. Nessuno escluso.
Dai social qualche video è arrivato, Zappacosta e Musso si sono spesso visti in prima fila, ma davvero nessuno del gruppo (dirigenti e medici compresi) ha potuto evitare la travolgente e festante marea nerazzurra che ha paralizzato Bergamo. I protagonisti, per una sera, hanno guardato invece di essere guardati. E per tutti quelli che c'erano, ma anche per chi non c'è più (bellissimo anche il ricordo delle vittime del Covid), è stata una notte magica.
Premio Nobel e festa, ma che cavolo di paragone, la festa ieri, esaltante e dovuta era omaggio ad una città ai suoi morti di covid alla sua provincia molto laboriosa ed ai giocatori, che pur pagati molto, l’hanno rappresentata al meglio e fatta arrivare in cima, per cui onore .Il premio Nobel è altra cosa e non c’entra nulla
Cara Angela il premio Nobel ? Come quello per la pace assegnato ad un presidente degli USA . Non facciamo sempre i professoroni. Ovvio che il bene dell ' umanità lo facciano scienziati . Letterati ecc. Ma un po' di sana gioia popolare
Non sono d'accordo. Non sono una tifosa da stadio, ma come bergamasca l'Atalanta è nel mio ❤️. Questi ragazzi, sì, sono ben pagati, ma a differenza di molti altri, sono seri, anche grazie alla società, "sudano la maglia" nel gergo calcistico. Hanno compiuto un'impresa sportiva, hanno innalzato anche la nostra città. E da quando le imprese non si festeggiano?
Tanta enfasi, alla fine sono solo bravi a giocare a calcio, con i compensi che hanno vorrei ben vedere! Ma in proporzione, ad un premio Nobel cosa dovremmo fare?