Che numeri!

Chiusa una stagione irripetibile: 56 partite, 32 vittorie e pochissime gare storte

La conquista dell'Europa League, ma anche il cammino che ha portato alla Champions e alla finale di Coppa Italia, sono stati sensazionali

Chiusa una stagione irripetibile: 56 partite, 32 vittorie e pochissime gare storte
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di Fabio Gennari

La conta è clamorosa, la sensazione di aver visto qualcosa di enorme, che difficilmente potremo rivedere, è forte, per una Dea che nella stagione 2023/24 ha scritto un pezzo di storia come mai era successo prima. In Italia e in Europa.

La formazione orobica si è fermata a 32 vittorie in 56 partite, qualcosa di davvero incredibile se si pensa che il percorso ha portato addirittura a vincere l'Europa League e a guadagnarsi la possibilità di giocarsi un nuovo trofeo contro il Real Madrid a Varsavia il prossimo 14 agosto, ovvero la Supercoppa europea.

Il cammino ha visto la Dea perdere qualche punto per strada in partite difficilmente comprensibili, vista la forza dimostrata in Europa League. In campionato, ad esempio, bruciano le sconfitte contro il Frosinone e il Cagliari, ma anche quella di dicembre sul campo del Torino, sfide che la Dea ha perso costruendo comunque tante palle gol e pagando a caro prezzo delle disattenzioni (con i ciociari), ma anche con prestazioni lontane da quelle dei giorni migliori, come in Sardegna e all'ombra della Mole. Altre gare certo non brillanti sono state quelle di Udine e in casa con il Verona, due pareggi diversi nello sviluppo del match ma ugualmente amari.

Già il fatto di trovare così poche giornate storte nella moltitudine di serate da sogno regala la perfetta misura di cosa abbiano fatto i nerazzurri. E alla luce della straordinaria vittoria in Europa League e della qualificazione alla prossima Champions, anche l'1-o subito dalla Juventus in finale di Coppa Italia finisce per essere quasi un dettaglio. Perdere le finali non è mai piacevole, soprattutto se non vengono giocate come si pensava e sperava. Alla fine, però, si parla di ragazzi che qualche calo possono anche averlo e gli applausi di tutto il popolo atalantino sono meritati, doverosi e importanti per elementi che hanno scritto la storia del calcio a Bergamo.

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