Martedì 11 giugno

Carceri tra sovraffollamento e suicidi, "maratona oratoria" di denuncia degli avvocati penalisti

L'appuntamento in Piazza Matteotti, dalle 14.30 alle 16.30, dove i legali spiegheranno ai cittadini i problemi delle strutture

Carceri tra sovraffollamento e suicidi,  "maratona oratoria" di denuncia degli avvocati penalisti
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La Camera penale di Bergamo "Roberto Bruni", aderendo all'iniziativa di quella della Lombardia orientale "Giuseppe Frigo", ha annunciato una "maratona oratoria", che si terrà in Piazza Matteotti, il prossimo martedì 11 giugno, dalle 14.30 alle 16.30.

Diversi avvocati, in quell'occasione, racconteranno ai cittadini i gravi problemi che affliggono i detenuti e la polizia penitenziaria, dal sovraffollamento alla mancanza di risorse.

Una situazione difficile

I professionisti fanno riferimento alla situazione delicata registrata anche nella struttura di via Gleno, dove secondo i dati dell'associazione "Nessuno tocchi Caino" a fine luglio 2023, con una capienza di 317 persone, nelle celle si registravano 523 detenuti ovvero il 170 per cento in più rispetto al limite indicato. A giugno 2022, invece, la popolazione carceraria era di 487 unità, mentre a luglio 2021 se ne contavano 529.

Inoltre, rispetto a un organico previsto di 234 agenti, attualmente in servizio ne risulterebbero 132, che devono gestire situazioni difficili, legate alla presenza di numerosi detenuti con dipendenze e disagio psichico.

Il messaggio della Camera penale

«Dall'inizio dell'anno 39 suicidi e 91 decessi sono stati registrati tra i detenuti delle prigioni italiane, a cui si aggiungono quattro suicidi tra il personale della Polizia penitenziaria - si legge nel comunicato diffuso dalla Camera penale della Lombardia orientale -. Il numero di persone morte all'interno degli istituti di pena del nostro Paese lascia sconcertati. Si tratta di persone affidate allo Stato, persone che tuttavia lo Stato lascia impunemente e consapevolmente in una situazione di illegalità».

L'ente denuncia celle sovraffollate e maleodoranti, in cui i detenuti dormono in letti a castello su materassini di gommapiuma a pochi centimetri dalla turca utilizzata da tutti, assenza o insufficienza di attività trattamentali e di personale qualificato, difficoltà nella gestione psichiatrica e sanitaria: «Sono solo alcuni dei principali problemi. Lo Stato italiano è chiamato rispondere di questa situazione illegale e a porvi urgente rimedio».

Per gli avvocati, «la società civile non può più stare a guardare, né ad ascoltare bugie raccontate per rappresentare una realtà diversa dalla drammatica e costante violazione dei diritti umani in atto. I mezzi di informazione non conoscono o non sono nella posizione di dire la verità, una verità che noi avvocati delle Camere penali conosciamo direttamente, toccandola con mano quotidianamente, frequentando personalmente quelle carceri».

Per questo motivo, hanno concluso i professionisti, «tocca a noi dare voce a chi non ha voce, tocca a noi dire basta, tocca a noi dire allo Stato italiano di intervenire per fermare questo scempio. Perché in uno Stato che ha abolito la pena di morte non sia legalizzata la morte per pena».

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