All'oratorio San Luigi di Caravaggio i cani possono entrare? Dalla polemica sui social alla risposta del don
Un utente ha raccontato la richiesta del prete di allontanarsi con l'amico al guinzaglio, scatenando la «gogna mediatica»
Tra chi sottolinea come la presenza di cani potrebbe non essere gradita a tutti, se non addirittura creare situazioni di pericolo, e chi arriva a chiamare in causa San Francesco e il suo rapporto con gli animali, sono tanti e diversi fra loro i commenti fioccati sulla pagina Facebook "Sei di Caravaggio se... la ami" sotto al post nel quale un utente lamentava la richiesta fattagli da don di allontanarsi dall'oratorio per via del proprio cane.
Il nuovo oratorio
I fatti risalgono a lunedì 10 giugno e fanno riferimento al nuovo oratorio di San Luigi di Caravaggio, inaugurato proprio il giorno precedente. Nel merito, il don Andrea ha deciso di chiarire, spiegando ai colleghi di Prima Treviglio che nei tre anni passati a Caravaggio lui stesso ha avuto con sé degli animali: « Il gatto (chiamato Micio) ormai al terzo trasloco, conigli selvatici e topolini (spesso trofeo del micio). Al San Luigi, Micio alla sera tardi con me fa il giro dell'oratorio per controllare che tutto sia in ordine».
L'oratorio è di tutti
Aggiunge: «E i cani, queste creature di Dio, possono entrare? Avrei preferito sentire questa domanda a voce quando, lunedì sera, questa persona si è sentita esclusa e cacciata dall'oratorio, invece ci siamo salutati e poi mi ritrovo il tribunale mediatico a emettere sentenze». Sottolinea poi che, diversamente da come lo hanno definito alcuni sui social, il nuovo oratorio non è un resort, ma un luogo per tutti: «Non è un bar, non è un parco giochi, non è un centro sportivo, ma è l'oratorio dove quotidianamente, grandi e piccoli, nell'ascolto della Parola, celebrino il gioioso rito alla fede e alla cultura».
Ok i cani, ma...
Spiega infine la sua posizione circa l'eventuale presenza di cani: «Nel rispetto del luogo e delle persone i cani possono entrare in oratorio. Io se avessi un cane lo porterei in oratorio quando è vuoto per fare due chiacchiere con il don e per presentarlo a lui. Nel gioioso caos del bar-salone polivalente e nel cortile non so come reagirebbe il cane». Il problema quindi, non starebbe nel cane in sé, ma nella scelta del momento opportuno e dell'occasione giusta per portarlo, in modo tale da evitare problemi.