Due arresti in tre giorni: in carcere per maltrattamenti un 31enne di Cerete
Denunciato dalla compagna, l'uomo è stato portato in carcere, ma poi rilasciato con il divieto di avvicinamento che ha però subito infranto
È stato arrestato, rilasciato e poi ancora rimesso in manette il 31enne di Cerete che, inizialmente accusato di maltrattamenti contro la compagna, è stato rilasciato con il divieto di avvicinarlesi. Appena rilasciato però, come prima cosa da fare uscito dal carcere ha deciso di prendere il cellulare e mandare alla donna tre vocali nei quali la minacciava di morte.
Il Corriere Bergamo, che ricostruisce la vicenda, spiega come tutto sia iniziato domenica 16 giugno, quando i vicini di casa dei due giovani (che hanno una bambina di tre anni) hanno chiamato il 112, preoccupati dal forte litigio. L'ennesimo, dato che le pattuglie erano già intervenute cinque volte. La sera di domenica, però, non hanno trovato l'uomo in casa, dato che nel mentre era riuscito a dileguarsi, tornando dalla madre.
La denuncia per maltrattamenti
Il giorno dopo, però, la compagna ha deciso di formalizzare la denuncia per maltrattamenti, accompagnata da un referto del pronto soccorso che le riservava una prognosi di quindici giorni per vari lividi sul corpo. I carabinieri hanno quindi rintracciato il giovane e lo hanno arrestato poco dopo. Si arriva così a mercoledì, quando, assistito dall'avvocato Ignazio Paris, è comparso davanti al gip Riccardo Moreschi per l'interrogatorio.
In questa sede il giovane si è difeso sostenendo che la compagna stessa sarebbe ricorsa alle mani contro di lui più volta. Da qui la decisione del gip di rilasciarlo, disponendo però il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentanti dalla persona offesa, che include anche contatti telefonici.
In carcere
Passata qualche ora, però, alla compagna sono arrivati messaggi vocali agghiaccianti: «Io mi faccio rimettere dentro ma ti ammazzo, puttana». Per questo, quando si è presentato in caserma a Clusone per l'attivazione del braccialetto è scattato il secondo arresto, conseguenza della violazione del divieto.
Chiesta la convalida dell'arresto, la giudice ha anche rimandato gli atti in Procura per chiedere un aggravamento della misura cautelare rispetto all'accusa originaria. Non ci sono state esitazioni. Il processo per la violazione del divieto è invece stato rinviato al 7 novembre. Nell'attesa, almeno per ora, l'indagato resta in carcere per i maltrattamenti.