Carcere, la situazione continua a peggiorare. Tasso di sovraffollamento al 180 per cento
A Bergamo, due problemi rendono ancora più complicata la gestione dei carcerati: l’elevato numero di tossicodipendenti e la carenza di personale
di Andrea Rossetti
Quando si tocca il fondo, peggiorare sembrerebbe impossibile. Invece la situazione delle carceri italiane, compresa quella di Bergamo, dimostra il contrario. Si può sempre raschiare il fondo e andare ancora più giù.
In via Gleno, al 31 dicembre 2023 i detenuti erano 562 a fronte di una capienza di 319 (dati del Ministero); oggi (per la precisione al 17 giugno 2024), invece, i detenuti sono 573. Il tasso di sovraffollamento è dunque passato dal 176,2 per cento di inizio anno - ottavo peggiore d’Italia - a quasi il 180 per cento.
Si tratta di numeri più alti della media, sia lombarda che nazionale: secondo un report pubblicato a fine giugno dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, infatti, in Lombardia il tasso di sovraffollamento medio delle carceri è quasi al 145 per cento (solo in Puglia va peggio: 149 per cento), mentre in Italia ci si ferma appena sotto il 120 per cento.
Sperare che la situazione migliori, almeno a stretto giro di posta, è utopistico. Innanzitutto perché l’istituto detentivo di Bergamo è una casa circondariale, cioè il posto dove vengono portate le persone in attesa di giudizio o con pene inferiori ai cinque anni.
Si tratta della fetta più grande della “popolazione detentiva” italiana. Lo dimostra anche la situazione del carcere di San Vittore, a Milano, anch’esso casa circondariale e il più sovraffollato d’Italia (con un tasso del 230 per cento circa).
Fortunatamente, in via Gleno in questo 2024 non si sono registrati suicidi ed è, per certi versi, un’eccezione, se si considera che da inizio anno, in tutta Italia, ben 48 detenuti si sono tolti la vita. Nell’intero 2023 erano stati 69 i suicidi. Parallelamente, però, a Bergamo ci sono altri due problemi che rendono ancora più complicata la gestione dei carcerati: l’elevato numero di tossicodipendenti e la carenza di personale.
Come riporta Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, in via Gleno «tra la popolazione reclusa si registra un sessanta per cento di persone tossicodipendenti (...)