Rimborso da 1.140 euro, Adiconsum ribatte ad A2A: «Nessuno ha ricordato il vincolo alla cliente»
L'Associazione ha chiarito che non hanno mai negato la clausola, ma la società poteva essere meno rigida con la signora
Se qualcuno pensava si fosse conclusa la "controversia" tra Adiconsum e A2A sul caso "rimborso bonus" alla signora di Bergamo, ebbene, si sbagliava di grosso. Già, perché l'associazione è tornata oggi alla carica rispetto alla risposta data dalla società ieri (giovedì 4 luglio), nella quale in sostanza aveva dichiarato che la donna era a conoscenza delle clausole rispetto all'offerta speciale, per cui la richiesta di avere indietro i soldi da parte loro era giustificata e non aveva alcun carattere di arbitrarietà.
La contro-replica
Oggi, però, è arrivata la contro-replica del responsabile di Adiconsum Eddy Locati, che ha fatto presente come nessuno avesse mai negato il fatto che i termini di questo bonus fossero stati illustrati alla signora, bensì si era chiarito che la cliente non se ne era ricordata al momento del cambio di contratto e che, comunque, nessuno lo aveva ricordato al padre quando, per aiutarla, era andato allo sportello di A2A per capire come ottenere un'offerta migliore, dato l'aumento dei costi.
«Spiace dover tornare sulla vicenda che abbiamo denunciato qualche giorno fa, relativamente alle “rigidità” di A2A , anche in relazione al caso successo al consumatore che si è rivolto a noi per una vertenza con la società erogatrice - ha detto Locati -. Ma di fronte alle precisazioni della società non possiamo non ribadire quanto già affermato. A2A si è giustificata sostenendo che “il bonus è riservato ai clienti più fedeli” e che la cliente “è stata correttamente resa edotta dell’importo del bonus a lei riservato e dell’obbligo di mantenimento delle condizioni contrattuali in essere fino alla scadenza”. Ma non è questo che noi abbiamo contestato».
«Nessuno ha ricordato il vincolo alla cliente»
Adiconsum aveva raccontato che «la cliente “non si ricordava di questo vincolo”, la cui esistenza nessuno ha mai negato. La contestazione si riferiva alla “rigidità” con la quale la Società affronta le problematiche dei clienti. Diverse conciliazioni fatte presso Arera per chiedere di conciliare, a fronte dei forti aumenti subiti e giustificati da lettere di preavviso inviate per posta normale e che, peraltro, i clienti hanno dichiarato di non aver mai ricevuto, si sono risolte con una chiusura totale e senza alcun rimborso».
Il rappresentante è poi passato alla vicenda specifica, quando il genitore della cliente si recò agli sportelli di Via Suardi: «la sportellista, guardando la bolletta che riportava chiaramente il bonus in oggetto, propose al cliente di cambiare contratto, senza ricordargli che avrebbe però dovuto restituire il bonus ricevuto. Noi abbiamo riconosciuto che la cliente “non si era ricordata di quel vincolo”, ma purtroppo neanche la sportellista fece presente quello che sarebbe successo sottoscrivendo un nuovo contratto. Alla luce di ciò, proprio considerando la nostra assistita uno dei “clienti più fedeli” chiedemmo di annullare o ridurre quanto richiesto. In conciliazione dall'Arera, non ci fu nulla da fare».
E bravi Adiconsum...