La tuta per le simulazioni spaziali degli astronauti arriva dalla Val Seriana: ecco la nuova "BG Suit"
A due anni di distanza dall'impiego della prima versione nella simulazione nel deserto dello Utah, arriva il modello aggiornato
A distanza di due anni dallo sviluppo di BG Suit, la prima tuta spaziale italiana, prodotta da un pool di aziende bergamasche guidata dal gruppo Radici, arriva adesso la sua versione aggiornata: la nuova divisa per gli astronauti - realizzata attraverso una collaborazione tra Mars Planet Technologies, Seriana Space Valley e l'azienda Punto Azzurro di Rovetta - è stata realizzata per rispondere alle esigenze di comfort e sicurezza di chi opera nello spazio e ha una serie di materiali e caratteristiche innovative.
Le caratteristiche della nuova tuta
La tuta è infatti dotata di una membrana impermeabile con effetto barriera contro le micro polveri. Altamente resistente all'abrasione, è windproof, idrorepellente, oleorepellente, ma anche leggera e traspirante e garantisce protezione anche nelle situazioni più estreme e in caso di estrema escursione termica.
Lo strato esterno è in nylon elasticizzato riciclato, ha una chiusura frontale in velcro ed è facilmente utilizzabile, anche utilizzando guanti. Le zone critiche, come quelle su spalle e braccia, sono protette ulteriormente da termo-nastrature e sulla gamba sinistra c'è un gancio elastico per portarsi dietro utensili. Non mancano le tasche modulari ed il polso in tessuto elasticizzato permette una migliore aderenza della manica sotto il guanto, mentre lo zip sul fondo gamba permette di indossare più facilmente gli stivali.
Un volano di innovazione
La sua precedente versione, di cui è un miglioramento, era stata addirittura impiegata nella missione di simulazione marziana Smops - Space Medicine Operations, condotta nell’aprile 2022 da Mars Planet presso il Mars Desert Research Center nel deserto dello Utah.
«Ancora una volta, il settore spaziale si rivela un volano di innovazione, in grado di sviluppare soluzioni tali da rappresentare un significativo salto di qualità sotto l’aspetto tecnologico. Nel caso specifico, la necessità di simulare quanto prefigurato nelle missioni spaziali, in ambiente lunare e marziano, ha indotto il comparto tessile della Valle Seriana a diventare attore della Space Economy» hanno commentato da Mars Planet Technologies.
«Tutto ciò in un’ottica di sostenibilità, dal momento che la tuta è stata concepita per poterne riutilizzare, alla fine del ciclo di vita, le fibre tessili di cui è composta, in particolare ricavando per estrusione dei filamenti di poliammide da impiegare in nuovi processi di lavorazione, riducendo così l'impatto ambientale».