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Dopo un periodo ricco di funghi, ora in Val Seriana si soffre l'assenza di porcini

Lo spiega Pierino Bigoni del gruppo micologico Bresadola di Villa d'Ogna: «Perché il sottobosco cambi, servono precipitazioni»

Dopo un periodo ricco di funghi, ora in Val Seriana si soffre l'assenza di porcini
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La primavera e l'inizio estate particolarmente piovose erano state particolarmente favorevoli alla comparsa di funghi, talvolta anche con sorprese, come l'ampia fioritura di chiodini, generalmente autunnali.

Ma il caldo e le poche perturbazioni di queste ultime settimane stanno invece mettendo un freno all'ubertà dell'annata.

Pochi porcini

Per quanto riguarda la Val Seriana, Pierino Bigoni, del gruppo micologico Bresadola di Villa d'Ogna, impegnato nella "Mostra del fungo e della natura", ha spiegato a L'Eco di Bergamo che i pochi temporali non sono bastati: «Affinché si possa parlare di un cambio radicale del sottobosco, c'è bisogno di precipitazioni più consistenti. Di porcini non ci risultano molti ritrovamenti, mentre si iniziano ora a vedere i primi esemplari di Amanita phalloides (conosciuta anche come Tignosa verdognola, ndr) e Tylopilus felleus (noto come Porcino di fiele, ndr), specie però velenose».

Nello specifico, il primo è mortale, il secondo non commestibile e dal sapore particolarmente amaro, capace quindi di guastare un buon raccolto quando finisce insieme ad altri funghi commestibili. Ad Ardesio, Aviatico, Gandellino, Gorno, Gromo e Oltressenda Alta la raccolta funghi è subordinata al pagamento di un contributo che può essere giornaliero, settimanale o mensile.

Lo stato delle piante

Bigoni allerta anche sulla salute delle piante, in particolare l'abete rosso, che risulta minacciato dal coleottero del bostrico. «Qui è ormai evidente che sarà necessario molto tempo per un ricambio di generazione», conferma l'esperto.

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