A 102 anni si è spento Franco Fumagalli, presidente della Provincia negli anni '70
Assessore provinciale all'Urbanistica e ai trasporti dal 1970 al 1976, salì poi alla guida di via Tasso: fu sua l'idea della "Grande Bergamo"
Manager e imprenditore nel campo del tessile (per anni ha amministrato la ditta Cassera di Borgo Santa Caterina) e poi politico appassionato e attivo, soprattutto in via Tasso - dove rivestì il ruolo di assessore provinciale all'Urbanistica e ai trasporti e poi anche quello di presidente - mercoledì 7 agosto 2024 s'è spento all'età di 102 anni Franco Fumagalli.
Il rito funebre si è svolto questa mattina, 9 agosto, nella parrocchia del Tempio votivo di Bergamo.
La Grande Bergamo
Fumagalli si era ormai da tempo ritirato dalla scena pubblica e politica, ma non per questo la sua figura è meno vivida in chi ha condiviso con lui tanti anni di militanza nelle file della Democrazia Cristiana, della quale rappresentava l'area più a sinistra.
Gilberto Bonalumi, allora membro della Camera dei deputati, ha ricordato a L'Eco di Bergamo: «Lavorò alla costituzione di una rete di comuni appartenenti all'area omogenea attorno alla città (la cosiddetta Grande Bergamo, ndr) e si occupò di questioni importanti anche per il capoluogo, dall’ospedale alla viabilità, fino allo sviluppo dell'aeroporto».
All'idea della "Grande Bergamo" si iniziò a dedicare in qualità di assessore all'Urbanistica e ai trasporti della Provincia di Bergamo sotto la presidenza di Severino Citaristi, tra il 1970 e il 1976, uno dei periodi più difficili in queso campo per il passaggio dal trasporto su ferro a quello su gomma. Continuò poi questo impegno anche da presidente di via Tasso dal 1976 fino al 1980.
Alcune sue lotte
Il Corriere Bergamo, ricorda anche come, in campo urbanistico, Fumagalli raggiunse un'intesa con l'assessore regionale Salvo Parigi portando a Bergamo l'istruttoria dei piani regolatori dei Comuni bergamaschi e si batté, anche lui senza fortuna, per resuscitare il Consorzio Urbanistico Intercomunale, ossia l'unione operativa di 34 Comuni componenti la "Grande Bergamo". Cercò, e ci riuscì in parte, anche di contrastare il centralismo regionale inducendo l'ente a riconoscere deleghe amministrative alle Provincelombarde.
Il ritratto di un "signore"
A succedergli nel ruolo di presidente della Provincia fu Giancarlo Borra, che ne dà un ritratto: «Lo ricordo come una persona egregia sia sul profilo personale che dal punto di vista politico e amministrativo. A quei tempi le Province avevano molte più competenze di adesso; Franco Fumagalli ha lasciato un’amministrazione provinciale molto attiva, impegnata nei settori più strategici, quali gli edifici scolastici, la cultura e la manutenzione delle strade. L’eredità che mi ha lasciato mi ha favorito negli anni a venire».
Le varie voci in suo ricordo, tutte concordano e sottolineano quanto Fumagalli fosse: «Un gran signore, un uomo professionale, benvoluto da tutti, sia dai consiglieri di maggioranza che da quelli dell’opposizione: uno di quei "signori" che non nascono più».