Orfani ucraini, aumentano le richieste di protezione internazionale: ora più di trenta
È l'ultima "speranza" delle tutrici italiane di non far partire i minori ospiti a Rota e Bedulita, dopo la richiesta di rimpatrio
Sono salite a oltre trenta le richieste di protezione internazionale avanzate per i bambini ucraini orfani ospiti a Bedulita e Rota d'Imagna: è l'ultima "speranza" delle tutrici italiane, che in questi giorni stanno completando le pratiche relative alle domande in Questura, di non far partire i minori, dopo la richiesta di rimpatrio arrivata dal Console d'Ucraina (e disposta dal Tribunale dei minori di Brescia).
Aumentano le domande, i piccoli vanno a Leolandia
I pullman che riporteranno a casa, dopo più di due anni di permanenza, i sessanta orfani (quarantadue a Rota d'Imagna, undici a Pontida e otto a Bedulita) dovrebbero arrivare domani, giovedì 15 agosto.
Intanto, come riporta L'Eco di Bergamo, le tutrici italiane hanno continuato a lavorare per presentare nuove richieste di protezione internazionale, che nel giro di pochi giorni sono aumentate superando le trenta.
Un'ultima opportunità a cui Bedulita e Rota d'Imagna cercano di aggrapparsi e che permetterebbe di prolungare la permanenza dei giovani ospiti almeno per un altro annetto, fino alla conclusione della pratica. Per Pontida, invece, nessuna domanda di protezione è stata avanzata.
Nel frattempo, come spiegato dal quotidiano, le incognite sono molte: le pratiche potrebbero non essere vidimate e le tutrici ucraine potrebbero opporsi. Sull'argomento si è attivata anche l'Unhcr, agenzia Onu che si occupa di rifugiati.
Una équipe di psicologi ucraini avrebbe dovuto anticipare l'arrivo dei pullman di rimpatrio, con lo scopo di valutare le esigenze espresse dai bambini, ma ancora nessuno si è presentato alla porta dei Comuni: il loro arrivo è atteso quindi per oggi, mercoledì 14 agosto.
Intanto, i bambini di Rota hanno potuto assaporare un momento insieme a Leolandia, grazie alla donazione di un'associazione, mentre per quelli di Bedulita - che sarebbero dovuti partire in vacanza a Pinarella di Cervia con le donazioni raccolte dagli alpini, tutto fermo fino a nuovi sviluppi della questione.