Per motivi futili

Medico bergamasco aggredito in Pronto soccorso a Chiari

L'aggressore è il cognato di una paziente che doveva essere dimessa, che a sua volta avrebbe sputato su un'infermiera

Medico bergamasco aggredito in Pronto soccorso a Chiari
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Un medico di Castelli Calepio è stato aggredito in Pronto soccorso a Chiari, in provincia di Brescia: il cognato di una paziente lo ha infatti stretto al collo per motivi poi giudicati «futili».

È accaduto il giorno di Ferragosto. Vittima dell'aggressione il dottor Gianni Camotti, 39 anni, dirigente del Pronto soccorso bresciano (a cui fa capo l'Asst Franciacorta) che ha pubblicato un lungo sfogo sul proprio profilo social mostrando i segni rossi rimasti sul collo.

Gli ha stretto le mani al collo: ha lasciato anche i segni

Secondo la testimonianza del medico, riportata dai colleghi di PrimaBrescia, quel pomeriggio il dottore bergamasco stava per dimettere una donna residente a Coccaglio dal Pronto soccorso, attorno a mezzogiorno.

La paziente avrebbe poi chiesto di poter restare comunque in ospedale almeno fino alle 16, in modo da non rovinare la grigliata di Ferragosto ai parenti: la richiesta è stata accolta dall'ospedale, ma a metà pomeriggio si è presentato il cognato (anche lui residente a Coccaglio) e insieme hanno dato il via all'aggressione, prima verbale e poi fisica.

Una lite per motivi futili, aggravata dal comportamento dei due bresciani. Prima la donna avrebbe sputato addosso a un'infermiera in servizio, poi il cognato si sarebbe scagliato contro il medico di Castelli Calepio, prendendolo letteralmente per il collo, lasciandogli lividi ed ecchimosi.

Sull'incidente stanno indagando i carabinieri di Chiari, che procederanno per lesioni personali.

«Un giorno è un graffio, un altro è una coltellata»

Una volta ricevuto il documento che testimonia la prognosi del medico bergamasco, poi, scatterà la denuncia. «Sono circa dieci anni che lavoro in Pronto soccorso - ha scritto il dottor Camotti sui social -. Il personale riceve ogni santo giorno insulti di ogni tipo. Poi stranamente, quando hanno veramente qualcosa degno di nota, giungono con la coda tra le gambe e siamo degli eroi (vedi emergenza Covid). Qui non c'entra nulla la politica, le Asst o il ministro, qui è il cervello delle persone. Non è importante se è successo a Milano, Roma o Palermo. È successo. Questa foto deve fare il giro del mondo, perché un giorno è un graffio, un altro giorno è una coltellata...».

Parole di solidarietà arrivano anche dall'Asst Franciacorta: «Riteniamo che non ci siano stati elementi che lasciano presagire un comportamento scorretto da parte dei nostri operatori - ha spiegato il direttore sanitario, Oliviero Rinaldi, a L'Eco di Bergamo -. Dall'inizio del nostro mandato abbiamo assistito a sporadici episodi di violenza verbale, ma mai fisica». Ora si pensa all'installazione di un impianto di videosorveglianza in Pronto soccorso, affinché garantisca l'incolumità di quanti ci lavorano ogni giorno.

Commenti
Andreas

Dati anagrafici ed inserirli nel database della sanita e quando si presentassero in un qualsiasi P.S. Avvisarli e restituire loro lo stesso trattamento

Lucas

Pubblicate i nomi e cognomi di queste persone . Abbiamo bisogno di medici e infermieri . Come si permettono di toccarli e far loro del male . Se stranieri espulsione coatta se italiani galera e risarcire i sanitari

Luigi

Chi si comporta in quel modo dovrebbe essere subito arrestato ed andare in prigione come negli Stati Uniti. Qui siamo in Italia e ora vogliono svuotare le carceri. A buon intenditore poche parole

Paolo Villa

Dovreste prendere nomi e cognomi inserirli in banca dati di tutti gli ospedali italiani e quando queste persone si dovessero presentare per bisogno sputargli in faccia e mandarli a quel paese..e sto usando termini gentili..

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