La decisione

Il tratto di Muraine scoperto nel cantiere di via Camozzi verrà reinterrato

Una volta terminati i rilievi a fine mese, si ricoprirà tutto con degli appositi tessuti protettivi. Il materiale sarà inviato al Museo storico

Il tratto di Muraine scoperto nel cantiere di via Camozzi verrà reinterrato
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L'esito era intuibile, dato il luogo del ritrovamento: i resti di Porta Sant'Antonio, ingresso a Bergamo attraverso quel tratto delle antiche Muraine, di cui faceva parte, verranno reinterrati. Troppo problematico sarebbe creare un sito archeologico visitabile in centro città, peraltro in una zona dove si trova sia la parte finale di via Borgo Palazzo, che le vie Camozzi e Frizzoni. Il traffico, nel capoluogo, ne uscirebbe paralizzato.

Le indagini per valutare lo stato del manufatto continueranno fino al termine di questo mese, con le modifiche alla viabilità già disposte dal Comune, per consentire le operazioni. La posa dei tubi, invece, prossima fase dei lavori del teleriscaldamento, è in programma per l'estate prossima, nel 2025.

Le Muraine e Porta Sant'Antonio

Le Muraine erano un sistema difensivo della Bergamo basso-medievale, che scendeva dai colli della città vecchia e aveva il compito di proteggere i borghi, che si erano nel frattempo sviluppati lungo le strade che collegavano il capoluogo orobico agli insediamenti e territori vicini. Le fortificazioni seguivano nella maggior parte del loro tracciato il percorso della Roggia Serio Grande, che faceva da fossato lungo le vie Tiraboschi, Zambonate e Camozzi.

Le mura, che costituivano anche un confine daziario, furono infine abbattute nel 1901, quando fu abolita in modo definitivo la gabella. Porta Sant'Antonio, però, fu con molta probabilità abbattuta prima, già nell'Ottocento, anche se non è ancora chiaro quando e con quali modalità. Il nome dovrebbe derivare da un luogo di culto che al tempo si trovava nell'area di Borgo Palazzo, poi scomparso.

Una parte del tratto ovest delle Muraine

Materiale consegnato al Museo storico

Dalla Sovrintendenza, come riportato oggi (venerdì 23 agosto) da L'Eco di Bergamo, hanno fatto sapere che parte del materiale ritrovato e le fotografie del reperto verranno consegnate al Museo storico cittadino, oppure a un'altra istituzione culturale. Inoltre, i dati raccolti saranno confrontati con le carte storiche, per capire meglio come Bergamo è mutata nel tempo. La conservazione del sito archeologico verrà garantito dalla posa di appositi tessuti protettivi.

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Marcello

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