Anche al Politecnico delle Arti partono i corsi di dottorato: come funzionano e i requisiti
Dal prossimo anno accademico, anche questo tipo di istituti potranno offrire percorsi di ricerca. A Bergamo saranno tre
Proprio come in Università, anche al Politecnico delle Arti di Bergamo si farà ricerca. A partire dal prossimo anno accademico, infatti, anche le Istituzioni di Alta formazione artistica e musicali (Afam) potranno offrire percorsi di dottorato e così pure la scuola cittadina ha deciso di sfruttare questa possibilità per ampliare la sua offerta formativa.
Verranno attivati quindi tre nuovi percorsi di dottorato: Produzione, gestione e management delle arti e dello spettacolo; Riflessione critica della performance musicale e del processo creativo; Nuovi media e pratiche curatoriali della creazione contemporanea.
La forma associata
Si tratta di proposte di dottorato in forma associata, che vedono il Politecnico delle Arti collaborare nell'ambito di un network prestigioso che unisce l'Università di Bergamo, il conservatorio Santa Cecilia di Roma (capofila), l'Accademia Albertina di Torino (capofila), oltre all'Università di Torino, il Conservatorio di Catania e l'Accademia di Genova.
La direttrice Daniela Giordano e il vicedirettore Francesco Pedrini sottolineano: «La vocazione alla ricerca è intrinseca al mondo accademico e l'attivazione dei dottorati Afam rappresenta un'occasione unica per poter rendere strutturale questa attitudine anche in ambito artistico. Abbiamo valorizzato la tradizione imprenditoriale del territorio bergamasco con il percorso in management delle arti e dello spettacolo, oltre alla ricerca storico musicologica e allo sguardo contemporaneo verso i nuovi media».
Come iscriversi
Sul sito ufficiale del Politecnico delle Arti sono disponibili tutti i dettagli sui corsi, sulle modalità di partecipazione e sulla presentazione delle candidature domande, che chiuderanno i primi giorni di settembre.
I progetti selezionati saranno tradotti in esperienze professionali per i dottorandi, che percepiranno un assegno di ricerca per il prossimo triennio, con periodi di formazione all'estero e collaborazioni con istituzioni del territorio, quali la Gamec e la Fondazione Teatro Donizetti.
«Ringrazio tutti i protagonisti di questo importante risultato e in particolare il rettore dell'Università degli studi di Bergamo Sergio Cavalieri, il direttore del Conservatorio di Roma Franco Mirenzi e il direttore dell'Accademia di Torino Salvatore Bitonti, oltre a tutti i docenti coinvolti – aggiunge Daniela Giordano –. Ancora una volta, la visione di squadra rappresenta una strategia vincente».