Quel che resta delle Muraine a Bergamo e la riscoperta delle antiche mura di città bassa
Il rinvenimento dell’antica porta Sant’Antonio tra via Camozzi e via Frizzoni potrebbe diventare l’inizio di un percorso di culturale e turistico

di Paolo Aresi
Diciamolo chiaramente: i bergamaschi alle Muraine non volevano bene. E quando il primo gennaio del 1901 venne dato il via alla loro demolizione, i cittadini vissero quel momento come una liberazione. Al punto che ci furono persino volontari che con il proprio piccone si diedero da fare. Un po’ come accadde - fatte le debite proporzioni - per il muro di Berlino.
Ma perché un tale risentimento? La ragione è presto detta: quelle mura erano diventate soltanto una cinta daziaria, il passaggio di ponti e di porte necessitava di un pedaggio. La contrarietà dei bergamaschi era arrivata al punto che ci siamo persino dimenticati che le Muraine esistevano, con le loro pietre, i loro ponti, porte.
Infatti ha suscitato sorpresa in città la “scoperta”, tra via Frizzoni, via Camozzi, Pignolo e Borgo Palazzo, di un ponte durante i lavori per la posa del teleriscaldamento. Perché mai un ponte in quel punto? Perché la roggia Serio e le Muraine dividevano il borgo di Pignolo dal sottoborgo di Palazzo e quindi era necessario un ponte che oltrepassasse il canale. Ponte che è stato abbattuto non secoli fa, ma verso il 1948, quando il Comune decise di allargare la via Frizzoni nascondendo la roggia Serio: si coprì la roggia e si abbatté il ponte, ma le spalle del manufatto rimasero.

La teoria dell’espansione
Ora bisogna decidere che cosa farne, un compito che spetta all’Amministrazione, “interrogata” dalle Muraine 123 anni dopo il loro abbattimento. Finora Bergamo è cresciuta secondo una logica precisa: eliminare gli ostacoli che impediscono la sua espansione.
Per decenni si è considerato che “più grande è meglio”. Una crepa in questa logica è stata posta sulla questione Sace, l’industria di via Baioni. Fino a quel momento, Bergamo aveva continuato a espandersi, erano stati costruiti quartieri dove un tempo c’erano prati, alberi, pascoli.




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