L'assassinio di Terno

Omicidio di Sharon, Sangare era lucido quando ha agito. Intanto, verrà trasferito

Per Procura e gip, il 31enne sapeva cosa stava facendo e secondo i medici non soffre di patologie psichiatriche. Altri detenuti lo hanno aggredito

Omicidio di Sharon, Sangare era lucido quando ha agito. Intanto, verrà trasferito
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Nella foto in apertura, i Ris all'appartamento occupato da Sangare a Suisio

Deve rimanere in carcere Moussa Sangare, arrestato per l'omicidio di Sharon Verzeni a Terno d'Isola: lo ha deciso il gip Raffaella Mascarino, dopo l'interrogatorio di ieri mattina (lunedì 2 settembre) in via Gleno. Convalidato quindi il fermo e accolta la richiesta della Procura, che accusa il 31enne di Suisio di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, fattori che potrebbero comportare anche l'ergastolo. Non resterà però a Bergamo, da dove verrà presto trasferito.

I comportamenti di Sangare e il suo stato mentale

Sia la giudice per le indagini preliminari che la Procura sembrano essere convinti che il reo confesso del delitto sia molto più lucido di quanto non fosse sembrato all'inizio. A dimostrarlo, secondo i magistrati, il fatto che abbia fatto delle prove con i coltelli sulla statua di una donna in legno, qualche giorno prima, in un parchetto nella vicina via Rota e su un cartonato.

La statua in via Rota a Terno d'Isola

Ma anche l'essere uscito di casa con l'arma usata per commettere il reato, la scelta della vittima potenzialmente più vulnerabile tra le persone che aveva incontrato quella notte e, dopo aver commesso il gesto, l'aver cambiato sia il suo aspetto esteriore che quello della bici usata per andare e tornare da Terno, in modo tale da non essere riconosciuto.

Tutte azioni che, per i giudici, non corrispondono al profilo di un individuo instabile mentalmente, che commette un crimine d'impulso senza averlo prima pianificato e comportandosi in modo sconclusionato anche in seguito. Nelle motivazioni della convalida della misura cautelare, contenute in un documento di 39 pagine, Mascarino scrive come Sangare abbia ucciso Sharon «nella più totale assenza di qualche comprensibile motivazione, in maniera del tutto casuale, assolutamente gratuita, per non dire addirittura capricciosa».

Per il magistrato, «la lucidità mostrata nell'adottare tutta una serie di accorgimenti sia nei momenti precedenti al delitto che in quelli immediatamente successivi - ha scritto la gip - evidenziano uno stato mentale pienamente integro». I medici del penitenziario di via Gleno, che l'hanno visitato, «non hanno riscontrato alcuna traccia di patologia psichiatrica, né remota né recente». Il soggetto è stato trasferito in un altro carcere, dopo che gli altri detenuti gli hanno lanciato nella cella delle bombolette incendiate.

Scartate altre persone prima di Sharon

Nel corso dell'interrogatorio, si è riusciti a ricostruire ulteriormente quanto accaduto nella notte tra il 29 ed il 30 luglio. Il giovane, dopo aver passato la serata con degli amici al parco vicino all'Adda a Medolago, se n'era tornato a casa, dove aveva preso il coltello ed era uscito con la sua due ruote, diretto a Terno. Arrivato in zona, prima della barista aveva incontrato sulla sua strada altre cinque persone, nel dettaglio i due ragazzini mai identificati e tre uomini. Scartati questi come sue vittime, aveva invece deciso di prendere di mira Sharon, che se ne andava in giro ascoltando la musica con le cuffiette, ignara di ciò che stava per accadere.

Moussa Sangare in fuga ripreso dalla telecamera

In Piazza Sette Martiri l'aveva vista, aveva fatto inversione con la bicicletta e l'aveva seguita fino a via Castegnate, dove l'aveva afferrata alle spalle e virato un primo colpo con la lama, diretto al cuore. Con sua sorpresa, però, era rimbalzata contro lo sterno. Dopo, lei aveva tentato di scappare, ma era riuscita a fare pochi passi perché, mentre era in movimento, il killer l'aveva ferita con altri tre fendenti alla schiena. Quello che aveva fatto la ragazza dopo è noto, Sangare intanto si era dato alla fuga a tutta velocità sulla sua bici.

«Un soggetto annoiato in cerca di emozioni forti»

Sangare, durante il colloquio con il magistrato, ha parlato di un «feeling» o «mood» che lo avrebbe costretto a fare «qualcosa di male», senza quindi un bersaglio preciso. La gip però ha interpretato i fatti in modo diverso: «L'omicidio sembra commesso da un soggetto spesso in preda alla noia, privo di stabile attività lavorativa e impregnato dai valori trasmessi da un genere musicale (la musica trap, ndr) che esalta la violenza, il sesso estremo, l'esigenza di prevalere».

L'arrestato, come passatempo, come riportato dalla giudice nel documento lanciava coltelli a «una rudimentale sagoma di cartone, con apposto alla cima un cuscino su cui era disegnato un volto umano», che teneva nell'appartamento occupato. Sangare inoltre sarebbe «stato assalito dal desiderio di provare realmente emozioni forti, in grado di scatenare nel suo animo quella scarica di adrenalina» che lui stesso «ha cercato di descrivere, seguita da uno stato di benessere e relax».

Moussa Sangare

Il coltello conservato come ricordo

Durante la sua confessione, il trentenne di Suisio ha detto: «Mi sono pentito di aver fatto quella cosa lì, purtroppo è capitato, è passato un mese, piangere non posso piangere, non ti puoi buttare giù altrimenti non ti rialzi più. C'era anche una zona di comfort». Un modo di esprimersi che, forse, è anche uno scimmiottare quel gergo da trapper di successo, che lui non era mai riuscito a diventare.

La sera dopo il delitto, il fermato ha partecipato a una grigliata con gli amici e, il giorno dopo, si è sbarazzato del coltello, sotterrandolo vicino all'argine dell'Adda a Medolago. Non lo ha gettato nel fiume come gli altri: «Volevo avere memoria di quello che ho fatto», ha spiegato, conservarlo come una sorta di ricordo del crimine orrendo che aveva commesso.

Non rimarrà nel carcere di Bergamo

Come detto in apertura, però, Sangare non resterà a lungo nel carcere di via Gleno, dove si trova attualmente. Come riporta il Corriere Bergamo, infatti, il giudice di sorveglianza ha chiesto il suo trasferimento in un'altra struttura - non si sa ancora quale - dopo che altri detenuti hanno lanciato contro il 31enne delle bombolette incendiarie. La gip pare abbia già accolto la richiesta.

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