Peste suina africana, in Bergamasca zero casi ma rimane alta l'attenzione delle autorità

Rimane alta l'attenzione in Lombardia per la diffusione della peste suina africana dopo che si è arrivati a ben 24 focolai nel Nord Italia, di cui 18 nella nostra regione, cinque in Piemonte e uno in Emilia-Romagna. Cinquantamila capi sono stati già abbattuti, anche se al momento la Bergamasca è rimasta fuori dai casi registrati.

Esposti gli allevamenti in provincia

La malattia può comportare un grave rischio economico per gli allevatori, in quanto basta anche un solo esemplare contagiato per far scattare l'abbattimento di tutti i suini in quell'azienda. Nella nostra provincia, in totale, ci sono 385 allevamenti con 335mila suini. Sono 2.739 quelli lombardi, dove si concentra il 47 per cento dei maiali allevati in Italia. Per l'essere umano non c'è alcun rischio, in quanto il nostro organismo non può contrarre la malattia, ma i problemi sono di tipo sanitario ed economico. Al momento, nella nostra regione le province colpite dal morbo sono Pavia, Milano e Lodi.

Autorità in allerta

Siccome invece qui da noi non si è riscontrato nemmeno un caso, non è scattato alcun provvedimento restrittivo. Tra quelli previsti, il divieto di spostare i maiali, se non verso il macello, ma anche il divieto di introdurre un nuovo capo in stalla. In caso di focolaio, c'è inoltre l'obbligo di profilassi con calzari e guanti, cambio d'abiti quando si entra in stalla e divieto d'ingresso a persone o mezzi esterni.

Sia Regione che Confagricoltura sono preoccupati dalla situazione e stanno cercando di tenerla sotto controllo, mentre timori sono stati espressi anche da Coldiretti Bergamo, il cui presidente Gabriele Borella ha chiesto anche stavolta interventi per l'abbattimento dei cinghiali, che fanno da vettore alla malattia.