Lo stallo sul Ddl carburanti coinvolge anche la Bergamasca: distributori chiusi per protesta
La categoria protesta contro il nuovo sistema per le concessioni e l'eliminazione dell'obbligo di mostrare differenza tra self e servito
Slitta la riforma della rete di distribuzione dei carburanti, che mira all’ammodernamento della rete: il Ddl Carburanti era pronto e atteso all’esame del Consiglio dei ministri, dopo oltre un anno di confronto con le sigle degli operatori del settore e le rappresentanze delle compagnie e dei retisti privati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
A congelare la riforma, la necessità di ulteriori approfondimenti. Un primo importante risultato della categoria dei benzinai, contro quella che senza mezze misure è stata definita dal settore «la più incauta e peggiore riforma della storia». Come se non bastasse, la diatriba rischia di creare notevoli disagi anche qui in Bergamasca, perché se la situazione non si sblocca i sindacati hanno già annunciato che, quando la riforma arriverà in Parlamento, ci saranno chiusure di tutti i distributori e proteste sul territorio.
Le critiche al sistema di concessioni
Il Ddl mira a qualificare i punti vendita, ma per i benzinai presenta diverse criticità, a partire dalla precarizzazione dei contratti della rete, con concessioni quinquennali che però possono essere disdettate con novanta giorni di preavviso, mettendo per la categoria a rischio il lavoro di imprese e famiglie.
«Grazie all’intervento tempestivo e congiunto dei sindacati, si è posto un primo stop all’approvazione del decreto legge, che ci auspichiamo possa essere rivisto e riconsiderato, perché rischia di distruggere la rete esistente - ha commentato Renato Mora, presidente del Gruppo gestori e distributori carburanti Confcommercio Bergamo-. Una categoria che merita maggiore considerazione, anche solo per il fatto che riscuote tasse per lo Stato, rischiando sulla strada tutti i giorni con il suo lavoro. Invece, il Governo sembra poco interessato a salvaguardare l’ultimo anello della catena petrolifera, a favore delle big companies del petrolio».
Molti gli aspetti controversi della riforma per la categoria dei benzinai: «La scomparsa della dicitura “contratti di appalto” non cambia la sostanza, che va nella direzione di una precarietà delle concessioni, con contratti solo virtualmente di cinque anni, che possono durare tre mesi, con la possibilità di disdetta con novanta giorni di preavviso» ha continuato Mora.
La confusione sui cartelli
«La norma prevede inoltre lo stralcio dell’obbligo di pubblicizzare il differenziale tra il prezzo self e servito, normativa a tutela dei consumatori, visto che contrariamente a quanto si pensi il guadagno del lavoro del benzinaio è appannaggio quasi totalmente esclusivo delle compagnie petrolifere, per cui si stima un valore di un miliardo di euro. Una schizofrenia incomprensibile dei cartelli, dall’obbligo di mostrare il prezzo medio regionale esteso (con pesanti sanzioni per i benzinai in caso di omissione) alla cancellazione dell’unica informazione utile per i clienti».
Annunciate chiusure dei distributori
La categoria non sta a guardare, né si accontenta di questo primo slittamento della riforma. In un comunicato congiunto le tre sigle sindacali- Figisc e Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica- ha annunciato: “Non resta altra strada che la contrapposizione dura al Ddl, con i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione e relative convergenze. Appena assegnato al ramo del Parlamento individuato, le Federazioni di rappresentanza dei Gestori fisseranno iniziative sindacali e tempi e modalità per un’azione decisa di chiusura di tutti gli impianti stradali e autostradali, con manifestazioni nel territorio».