Gli anni al Conad di via Carducci e la roulotte in regalo: si è spento in ospedale Manuele Bornati
Le sue condizioni erano peggiorate ad agosto ed era stato ricoverato in Humanitas Gavazzeni. La casa mobile andrà a un'associazione
Aveva vissuto in strada a Bergamo dal 2020, poi grazie alla generosità di un anonimo benefattore aveva trovato una nuova casa: una roulotte, in cui ha potuto vivere in modo più dignitoso nell'ultimo anno della sua vita.
Si è spento qualche giorno fa in ospedale Manuele Bornati, 56enne milanese conosciuto da molti al Conad Superstore di via Carducci a Bergamo, dove chiedeva l'elemosina e cercava di scambiare qualche chiacchera con i clienti e i passanti.
La vita in strada
Se n'è andato in silenzio, proprio come aveva vissuto negli ultimi anni della sua esistenza, senza dare fastidio a nessuno. Eppure non era stato sempre così, perché a vent'anni Bornati aveva iniziato a fare il parquettista a Milano, un mestiere che gli piaceva e con cui guadagnava anche bene. In seguito, come aveva raccontato lui stesso anche a noi di PrimaBergamo, aveva fatto però una serie di scelte sbagliate ed era caduto in qualche brutta dipendenza, che avevano provocato una brusca svolta nella sua vita.
Dopo una serie di convivenze e il definitivo allontanamento dalla sua famiglia, con cui non parlava da anni, era diventato uno dei senzatetto in città. Di giorno chiedeva qualche spicciolo al supermercato e cercava di parlare con la gente, per affrontare come poteva la giornata in attesa che arrivasse la notte, con d'inverno le gelate e le temperature sotto zero, lui che dormiva sotto dei cartoni nel vicino autolavaggio.
La roulotte e l'ultimo periodo
Nel frattempo, però, aveva fatto conoscenza con gli amici che lavoravano al Conad, che dopo aver appreso della sua situazione a un certo punto hanno deciso di aiutarlo. Un anonimo benefattore gli aveva così regalato la sua casa mobile, con cui di sicuro non aveva risolto tutti i suoi problemi, ma il dono per lui aveva avuto un grande valore perché finalmente, dopo tanto tempo, poteva dormire tra quattro pareti, senza più soffrire il freddo.
Nell'ultimo periodo, però, la salute del 56enne, già compromessa dal suo passato e un paio di ictus, oltre che dalle condizioni in cui sopravviveva prima della roulotte, era peggiorata. Faceva fatica a camminare e aveva tremori, poi a Ferragosto lo avevano trovato accasciato per terra accanto alla sua casa. All'inizio, nonostante i lavoratori del Conad lo avessero invitato a farsi ricoverare in ospedale, si era rifiutato, poi anche la polizia aveva cercato di convincerlo e alla fine aveva deciso di accettare le cure in Humanitas Gavazzeni. Le sue condizioni non erano però migliorate e alle fine è deceduto in struttura.
Di lui rimangono le poche cose che possedeva, qualche suppellettile e i vestiti, oltre alla sua amata roulotte. Adesso, dovrebbe essere data a qualche associazione, grazie alla quale potrà ancora offrire aiuto a chi ne ha bisogno.