I numeri

Quanto fa guadagnare un appartamento in affitto a Bergamo? La classifica lombarda

Secondo un'analisi dell'Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, il capoluogo orobico è al sesto posto per rendimento annuo lordo

Quanto fa guadagnare un appartamento in affitto a Bergamo? La classifica lombarda
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Rendono bene gli appartamenti in affitto a Bergamo: secondo un'analisi pubblicata il 2 settembre scorso dall'Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, il capoluogo orobico si trova infatti al sesto posto nella classifica che riguarda le dodici province lombarde prese in considerazione.

La rendita di un appartamento a Bergamo

Sotto esame i rendimenti annui lordi, cioè il rapporto tra il canone di locazione annuo (la somma delle dodici mensilità) ed il capitale investito per l'acquisto dell'immobile. Il periodo preso in considerazione è quello del secondo semestre del 2023, che mostra come il rendimento annuo lordo medio per un bilocale in città sia stato del 6,6 per cento. Per quanto riguarda invece i trilocali, il rendimento annuo lordo è del 5,9 per cento.

La città con i rendimenti annui lordi più alti è Mantova, con il 9,2 per cento per un bilocale e l'8,9 per cento per un trilocale. Segue Cremona rispettivamente con ancora il 9,2 per cento per un bilocale ed il 7,9 per cento per un trilocale, poi arriva Brescia (6,9 e 6,5 per cento). Ci sono poi Lodi, con il 7,2 ed il 6,3 per cento e, appena sopra Bergamo, si trova Varese con il 7 per cento ed il 6,2 per cento.

Dopo il capoluogo orobico c'è invece Pavia (6,4 per cento per un bilocale e 5,8 per cento per un trilocale), in seguito abbiamo Como (6,4 e 5,7), Monza (5,5 e 5,1), Lecco (5 e 5,1), poi Sondrio (4,8 e 4,5) e infine Milano (4,5 sia per un bilocale che per un trilocale).

La situazione del mercato in Italia

Secondo le analisi, nel nostro Paese il 19,5 per cento delle compravendite immobiliari, nella seconda parte del 2023, è stato realizzato per investimento, in leggero aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando la percentuale si attestava intorno al 18,2 per cento.

Anche in questo periodo, il mattone è stato quindi considerato un valido impiego del capitale. Hanno ancora influito gli importanti flussi turistici, che hanno portato nuovamente alla ribalta gli acquisti di immobili da destinare a ricettività sia nelle città più attrattive sia nelle località turistiche. Il fenomeno si è però attenuato in parte nella prima parte del 2024.

L’analisi considerata prende in esame locazioni a lungo termine, per cui si sono escluse quelle stagionali. La possibilità di ottenere canoni di locazione continuativi induce prudenza nei proprietari, soprattutto negli ultimi tempi, alla luce dell’incertezza e dei rincari dei costi energetici. I rendimenti annui da locazione restano comunque interessanti: per un bilocale di 65 metri quadrati, nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 5,4 per cento. Le metropoli che spiccano per avere i rendimenti maggiori sono Genova e Palermo, con il 6,7 per cento, a seguire Verona con il 6,3 per cento.

Chi investe nel mattone mira anche alla rivalutazione dell’immobile e, negli ultimi anni, si è assistito a un recupero dei prezzi. Gli investitori preferiscono sempre le aree con la presenza di atenei e servizi (il cui peso è sempre maggiore dopo il lockdown), perché garantiscono sempre una buona domanda di locazione. Le aree sottoposte ad interventi di riqualificazione sono scelte per le loro potenzialità di rivalutazione.

In genere, chi investe nel settore immobiliare non guarda solo ai rendimenti da locazione, ma anche e soprattutto alla rivalutazione del capitale. Dal 1998 al 2023, limitando l’esame alle grandi città italiane, risulta una rivalutazione dei prezzi del + 46,8 per cento. Quella che si è rivalutata maggiormente è stata Milano, con +132,3 per cento, seguita da Napoli con +75,4 per cento e Firenze con +72,2 per cento.

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