C'è il referto dell'autopsia della piccola Fatou, morta in piscina: poteva essere salvata?
L'esame fa chiarezza sulla dinamica della morte, ma non spiega con certezza se soccorsi più celeri avrebbero fatto la differenza
A quasi tre mesi dall'incidente, è arrivato mercoledì 11 settembre il referto dell'autopsia effettuata sul corpo di Fatou Sarr, bimba di 11 anni morta lo scorso 20 giugno all'ospedale di Bergamo dopo essere rimasta sul fondo di una piscina del parco acquatico di Inzago.
Deceduta per annegamento da immersione
Se da un lato, come spiegano i colleghi di PrimaTreviglio, l'autopsia fa luce sulle dinamiche dell'incidente, dall'altro non risponde a tutte le domande. L'anatomopatologo dottor Matteo Marchesi dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo (incaricato dalla Procura di Bergamo) scrive, nel suo referto, riguardo alla causa della morte che «i dati clinici, autoptici e istologici, pur nella loro aspecificità, potrebbero accordarsi con l’ipotesi di un’inalazione d’acqua e l’eventuale scatenamento di riflessi nervosi cardiocircolatori inibitori».
Ciò significa che la piccola sarebbe morta sì per annegamento, ma non quello "classico" a cui siamo abituati a pensare, bensì da immersione. «I dati clinici e quelli patologici - aggiunge tuttavia il medico - sono parziali e aspecifici dunque il giudizio diagnostico è da esprimere in termini dubitativi».
Soccorsi più veloci avrebbero fatto la differenza?
Fatou poteva essere salvata? L'esame autoptico non dà risposta certa: «Non è possibile accertare - scrive il tecnico - che un soccorso ancor più rapido di quello che vi fu avrebbe potuto impedire l’esiziale decorso clinico-patologico». Si esclude tuttavia che le manovre effettuate durante i soccorsi fossero sbagliate: «Le valutazioni cliniche e l’esame autoptico sono risultati negativi per lesioni traumatiche cinetico-meccaniche».
La bambina era stata trovata distesa a faccia in giù, sul fondo di una piscina profonda 1,60 metri. Immediatamente erano scattati i soccorsi: i primi a intervenire un giovane animatore e poi il bagnino, diciassettenne, la cui posizione è stata affidata alla Procura del Tribunale per i minorenni di Milano. La piccola Fatou era già in arresto cardiocircolatorio e a nulla sono valsi, purtroppo, i tentativi di salvarla.
Tra gli indagati c'è anche don Andrea Piana, vicario e responsabile dell'oratorio San Luigi di Caravaggio, che stava accompagnando i ragazzi del Cre al parco acquatico. Difeso dall'avvocato Rocco Lombardo, lo scorso luglio ha fornito di fronte al pm la propria versione dei fatti.