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Cantante rock, medico di base e ora Cavaliere (per la sua abnegazione durante il Covid)

Roberto Longaretti, frontman degli Spread, sposato con la bassista dei Verdena Roberta Sammarelli (hanno tre figli), è stato insignito il 2 giugno del riconoscimento della Repubblica

Cantante rock, medico di base e ora Cavaliere (per la sua abnegazione durante il Covid)
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Chi bazzica gli ambienti del miglior rock alternativo bergamasco (ma con esibizioni di tutto rispetto anche fuori provincia, nonché all’estero), l’avrà già visto. Roberto Longaretti, 43 anni, di Zandobbio, è il leader degli Spread, band che ha avuto una certo eco soprattutto in corrispondenza della pubblicazione del primo album nel 2009, “Anche i cinghiali hanno la testa”, un disco con sonorità potenti che spaziano dal grunge allo stoner. Il gruppo è tuttora in attività.

Forse non tutti sanno però che Longaretti è anche un medico di base. Non solo: il 2 giugno è stato nominato Cavaliere della Repubblica per la sua abnegazione durante il Covid. Nella media Val Cavallina, tra i comuni di Vigano, Borgo di Terzo, Luzzana, Berzo San Fermo e Grone, nel mezzo della più grande catastrofe dal dopoguerra a oggi, i cittadini vedevano spesso la sua valigetta. E all’inizio, quando le protezioni mancavano, pure la maschera da verniciatore che aveva recuperato.

«Nel primo periodo pandemico, uscivo la mattina alle 7 e tornavo la sera alle 22, e poi dovevo occuparmi fino a tarda notte di rispondere alle telefonate e ai messaggi dei miei pazienti», racconta. In media, le visite a domicilio, effettuate dal medico di famiglia su persone in condizioni di assoluta necessità, con sintomi tali da far pensare senza molti dubbi alle temute polmoniti bilaterali, si aggiravano sulle 25-30 al giorno nel momento di massima pressione dell’infezione.

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Non se la sentiva di tirarsi indietro. La sua coscienza glielo impediva. «Se un malato mi chiama devo andare da lui. In tutto questo le comunità e le amministrazioni hanno dato a noi medici un forte supporto. Si è riscoperta la solidarietà: c’era chi si occupava di portare cibo agli anziani e chi dava una mano per riempire le bombole d’ossigeno».

Nel mezzo del ciclone di contatti, il virus gli è sempre stato alla larga. È stato bravo e anche fortunato. La paura di contagiarsi e di contagiare le sue tre figlie – Gaia, Irene e Amelia - e sua moglie Roberta (Sammarelli, bassista dei Verdena, quindi decisamente rock pure lei) era costante. Ha vissuto in casa separato da loro, spruzzandosi di alcol da capo a piedi in lavanderia. Dopodiché metteva a lavare i vestiti con il disinfettante.

Per aver lavorato senza sosta in condizioni di rischio altissimo il dottor Longaretti ha ricevuto dai comuni di Borgo di Terzo e di Grone una targa incisa e una pergamena, nel 2021: «Sono stati una manifestazione di affetto e riconoscenza che mi ha commosso. Ne sono molto grato», ha commentato.

Molti sono gli aneddoti con cui, intervistato dai portali di settore (quali rockit.it), ha ripercorso i mesi terribili della pandemia tracciando un filo tra la sua professione di medico e la musica. «C'è stata una domenica assurda - ricorda - in cui ero rimasto senza mascherine e pure senza olio nella macchina e non sapevo come procurarmelo per andare a fare le visite. Fino a che con l’aiuto dei carabinieri sono riuscito a trovare una latta e ho potuto fare il mio lavoro. In auto, neanche a farlo apposta, avevo un cd del mio amico Alberto Ferrari ed è partita "Don Calisto" (dall’album “Requiem” dei Verdena, ndr), che in quel momento era semplicemente perfetta. Dipingeva lo stato d'animo che stavo provando, che era rabbia pura per la situazione in cui siamo immersi».

Due parole sulla band. Tre gli album in studio: l’ultimo è “Vivi per Miracolo”, del 2018, e rappresenta a pieno il percorso musicale e le mille sfaccettature del gruppo, che si lascia alle spalle il sound più cupo dei primi dischi senza rinunciare a momenti di grande potenza e intensità. Già dal titolo si comprende la natura contrastata del disco: il miracolo di essere vivi e l’ansia derivata dalla sua naturale precarietà. I brani si sviluppano in modo imprevedibile passando repentinamente da melodie angeliche a turbini di fatalismo e violenza. “Vivi per Miracolo” è un disco nato dall’improvvisazione e, grazie alle sapienti mani di Alberto Ferrari, frontman dei Verdena, registrato in session live su nastro per preservare l’attitudine più autentica della band.

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