Elezioni in Provincia a Bergamo: centrodestra o grande coalizione? Decide Forza Italia
Domenica 29 settembre sindaci e amministratori votano per il nuovo Consiglio di via Tasso. Quattro liste e tanti grattacapi nei partiti
di Wainer Preda
La macchina è in movimento. Domenica 29 settembre si vota per il nuovo Consiglio provinciale. Elezioni di secondo livello. Vanno alle urne sindaci e amministratori. Quattro liste, dai nomi variopinti, ciascuna afferente a un partito. Quadro delineato. Eppure i retroscena parlano di una vigilia di gioie e dolori (poche gioie) per i partiti bergamaschi.
I guai in casa dem
Stando alle previsioni, il Partito Democratico per il momento dovrebbe reggere l’urto di un centrodestra in ascesa. Grazie soprattutto alla vittoria in città, che pesa tantissimo sulle elezioni provinciali, e al metodo di votazione proporzionale che avvantaggia i partiti più grandi. Le previsioni dicono che i dem porteranno a casa 6-7 consiglieri.
Ma il problema è un altro, anzi sono due, uno più vicino, uno più lontano. Il risultato di domenica renderà palese, nei numeri, che il Partito Democratico da solo non è in grado di sostenere la presidenza di Pasquale Gandolfi e dunque sarà costretto a scendere a patti, già dalla prossima settimana e ancor più in futuro.
Secondo, più preoccupante: la mancanza di una strategia chiara e definita sul lungo termine rischia di trasformarsi in una debacle per i dem. Fra due anni si vota a Treviglio, Caravaggio, Cologno e Urgnano, gli ultimi quattro grossi centri della Bergamasca. Ma a Treviglio il Pd è in netto svantaggio, a Caravaggio ha perso il civico Claudio Bolandrini, a Cologno il sindaco piddino Chiara Drago è al suo terzo mandato e il centrodestra unito è già maggioranza. Mentre a Urgnano FdI, Lega e Forza Italia sono dati per vincenti.
Dopo aver perso a Dalmine, Seriate, Albino e soprattutto a Romano di Lombardia, il Pd rischia davvero la Caporetto in Bergamasca. Con buona pace degli sforzi del segretario provinciale Gabriele Giudici che presto o tardi dovrà presentare ai maggiorenti del partito il bilancio della sua leadership.
Le diatribe della Lega
Altrettanto complicata la situazione nella Lega. Stavolta a pesare sono i problemi interni. Il segretario provinciale, Fabrizio Sala, voleva il distacco dal Partito Democratico in Provincia. Il mese scorso, invece, la maggioranza dei sindaci del Carroccio ha detto no: si continua l’alleanza col Pd, a sostegno del presidente Gandolfi. Sala ha dovuto prenderne atto. Martedì i consiglieri provinciali leghisti hanno rincarato la dose: «Avanti con Gandolfi fino al 2025». Il segretario sentitamente ringrazia.
Per tenere a galla i lumbard, in calo di consensi, Sala si è speso affinché scendessero in campo per le provinciali alcuni pezzi da novanta. Come il sindaco di Treviglio Juri Imeri e quello di Ponte San Pietro Matteo Macoli (attuale vicepresidente in via Tasso). Nelle previsioni, la Lega dovrebbe incassare tre consiglieri contro i cinque precedenti. Ma la gara interna sarà tosta. E i tiri mancini, specie dalla Bassa, sono dietro l’angolo. Il che potrebbe portare a esiti clamorosi.
FdI cresce ma non troppo
Capitolo Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni ha ottenuto il 35 per cento alle scorse Europee, risultando il più votato nella nostra provincia. Non è riuscito però a bissare quei numeri alle Amministrative. Ha vinto a Seriate. Ma ha subìto una cocente sconfitta nel capoluogo (superato dalla lista Pezzotta). In molti altri Comuni, poi, i consensi si sono fermati alla metà del risultato europeo.
Ciò significa che FdI è sì in crescita in Bergamasca, ma con un trend non così travolgente. Il segretario provinciale Andrea Tremaglia sta cercando di dare una struttura più solida a un partito cresciuto troppo in fretta. E di allargare. Nella sua lista ci sono anche esponenti civici e persino Tiziano Ravasio, il sindaco che ha sconfitto la Lega a Brembate Sopra.
Le previsioni più attendibili dicono che FdI otterrà tre consiglieri contro l’uno precedente. Ma attenzione: alle scorse provinciali i Fratelli, pur penalizzati dalla corsa in una lista a trazione Lega, avevano comunque sfiorato i due consiglieri e mezzo (...)
Ecco qua come andra' a finire.... visto che il 50 per cento dei cittadini non va a votare qualcun altro lo fara' per noi.... be intanto che cambia?.... alzi la mano chi sa chi era al vertice provinciale.. a proposito la eliminazione delle province e' stata la solita rivoluzione gattopardesca....tutto cambia ma niente cambia....