lo studio

Bergamo supera Brescia ed è seconda in Lombardia nel lavoro nei pubblici esercizi

I dati dell'Osservatorio Fipe parlano di un settore giovane, con contratti indeterminati al 70% e con una predominanza femminile

Bergamo supera Brescia ed è seconda in Lombardia nel lavoro nei pubblici esercizi
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Certo, i numeri di Milano sono decisamente più grandi, però Bergamo supera Brescia per numero di lavoratori di bar, ristoranti e pubblici esercizi, arrivando a sfiorare i 26 mila addetti (25.816 per la precisione, contro i 24.456 della Leonessa).

Questo è solo uno dei tanti numeri dall'Osservatorio Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi L’occupazione dipendente nei pubblici esercizi su elaborazione dati Inps 2023, che danno ragione al secondo posto assoluto regionale riservato a questo settore. In particolare, Bergamo concentra il 12,3 per cento degli addetti regionali e il 2,45  per cento dei lavoratori italiani nell'ambito.

Tante donne, pochi stranieri

Gran parte di questi lavoratori sono donne, ben il 65,5 per cento,  percentuale decisamente superiore qui che altrove: la concentrazione media lombarda al femminile è infatti del 52,8 per cento, 50,8 per cento quella nazionale.  Sono invece pochi, al di sotto della media lombarda e anche di quella nazionale, gli stranieri: sono il  20,3 per cento degli occupati, contro il 31,3 per cento lombardo e il 26,7 per cento nazionale. Tuttavia la dinamica occupazionale evidenzia un crescente ricorso ad addetti stranieri: +14 per cento, contro il +7,8 per cento degli italiani.

Un settore giovane

Il settore è prevalentemente giovanile con più di un terzo dei lavoratori ha al massimo trent'anni. Solo il 5,8 per cento ha più di 60 anni. Cresce l’impiego di giovanissimi, fino a 20 anni, +27,8 per cento (in Lombardia la media è inferiore, +25,7 per cento), ma anche quello degli over 60enni, +16,1 per cento (la media regionale segna il +18,6 per cento).

70% di contratti indeterminati

Bergamo supera il dato regionale per il numero di contratti a tempo indeterminato, con un'ottima percentuale del settanta per cento contro il 68,4 per cento regionale e 58,5 per cento nazionale. A tempo determinato sono meno del trenta per cento. Gli stagionali sono solo lo 0,9 per cento contro il dato regionale (2,5 per cento) e nazionale (9,6 per cento). La crescita è stata significativa nel Tempo determinato pari al 15,7 per cento, il tempo indeterminato pari al 6,6 per cento mentre gli stagionali hanno addirittura perso occupati – 0,5 per cento.

Venendo alle forme contrattuali sono contratti di lavoro full time il 38,8 per cento degli assunti. Il dato è nettamente inferiore a quello regionale (45,6 per cento) e nazionale (411 per cento). Tra il 2023 e il 2022 la crescita del full time è stata dell’11,5 per cento contro il 7,5 per cento del part time.

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