Allarme rosso

L'appello dell'ex sindaco di Valbrembo: «Fermate il terzo lotto della Dalmine-Villa d'Almé»

Il progetto da 520 milioni che da Paladina dovrebbe arrivare a Sedrina scatena la polemica. Un’alternativa c’è, la Provincia ci ripensi

L'appello dell'ex sindaco di Valbrembo: «Fermate il terzo lotto della Dalmine-Villa d'Almé»
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di Bruno Silini

Ci vuole una bella dose di fantasia o di ipocrisia politica per definire «molto limitato» l’impatto ambientale del terzo lotto della tangenziale Sud che dovrebbe passare in mezzo al Parco dei Colli e forare il Canto Alto.

Il progetto, da 520 milioni di euro e presentato ufficialmente qualche settimana fa dalla Provincia con un florilegio di rendering, non mette tutti d’accordo. Il tracciato di sei chilometri e mezzo (per il 75 per cento in galleria) che dovrebbe arrivare a Sedrina partendo da dove arriva attualmente la tangenziale Sud, ovvero alla rotonda al confine tra Paladina e Valbrembo, alimenta molti mal di pancia, soprattutto nei Comuni di Valbrembo e Sorisole e tra i sodali di Legambiente.

Al di là delle giustificate perplessità ambientali, quello che non convince del terzo tratto sono gli sviluppi del secondo tratto, inaugurato il 7 marzo 2022 e che non ha tenuto adeguatamente conto dei problemi idrogeologici della zona. È diventata ormai iconica l’immagine dell’automobilista sul tetto della propria vettura circondato dalle acque nella trincea di Valbrembo durante l’allagamento del 9 settembre scorso, con conseguente paralisi della viabilità interna al paese. Un fatto che ha scatenato l’ira funesta dell’ex sindaco del paese, Gianleo Bertrand Beltramelli.

Gianleo Bertrand Beltramelli

Si tratta di un episodio riconducibile a condizione atmosferiche particolarmente severe oppure il disagio è destinato a ripetersi?

«Effettivamente, purtroppo, le mie perplessità sulla realizzazione di quell’opera in trincea, perplessità espresse anche da altri, si sono manifestate. Il modo superficiale con cui è stata realizzata quella trincea, senza tener conto degli effetti climatici mutati, e della fragilità della piana adiacente, è una aggravante cui la Provincia di Bergamo deve assumersi piena responsabilità. Il disagio è sicuramente destinato a ripetersi se non interverranno quanto prima a risolvere le palesi carenze progettuali sull’opera realizzata».

Ora si parla del proseguimento della Tangenziale Sud passando nel mezzo del Parco dei Colli, progetto da mezzo miliardo di euro al quale si è da sempre opposto. Cosa non le va?

«Tutto. Sono in completa sintonia con le parole espresse dal Presidente del Parco dei Colli di Bergamo, Oscar Locatelli. La prima nel 2018: “Se facciamo questa strada, allora il parco non ha più senso”. L’ultima recentemente espressa: “Il Parco si limita a prenderne atto (del progetto, ndr), esprimendo grande preoccupazione”. Stupisce che gli attuali organi provinciali non abbiano tenuto in alcuna considerazione i pareri espressi da Locatelli durante la redazione del Piano territoriale di coordinamento provinciale. Verrebbe da dire: chapeau!».

Ha delle alternative? Ce le spiega?

«Molto semplice, non invento nulla, si abbia il coraggio di rimettere in gioco la seconda delle due alternative già a suo tempo previste dalla Provincia e poi inspiegabilmente riposta nel cassetto. Sto parlando del collegamento della strada che proviene da Valtesse-Ponteranica con il Brembo; una bretella che scenderebbe verso la zona del Ponte Regina e di via Fornaci, per poi risalire con viadotto verso la Ventolosa, bypassando l’agglomerato di Almè e Villa d’Almè fino a ricongiungersi alle doppie corsie di Sedrina. C’è tutto lo spazio per una doppia corsia da Ponte Regina verso Sedrina, magari congiungendosi pure agli Almenni secondo una delle vecchie lungimiranti ipotesi che nessuno dei nuovi consiglieri provinciali ha saputo cogliere. Con questa idea si salva il Parco dei Colli di Bergamo da quella violenza progettuale (...)

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