La sentenza

Tassi usurari, confermata in appello la condanna alla banca per il caso di Renato Lamera

L'ex campione aveva aperto dei mutui per finanziare il suo centro di tiro a volo a Cologno, ma pagò in più quasi 1,5 milioni

Tassi usurari, confermata in appello la condanna alla banca per il caso di Renato Lamera
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Confermata in Appello la condanna per tassi usurari alla Bcc dell'Oglio e del Serio, dopo che anche la sentenza di primo grado aveva dato ragione a Renato Lamera, il campione di tiro a volo che aveva aperto il suo centro Cieli aperti a Cologno, affidandosi anche ai mutui che aveva aperto con l'istituto.

Incassati indebitamente quasi 1,5 milioni

La prima sentenza aveva stabilito che, di fronte a una soglia limite del 4,38 per cento e un tasso pattuito del 4,625 per cento, i mutui aperti a inizio 2010 si potessero inserire nel contesto dell'usura. Nel giro di cinque anni di rate pagate, il consulente tecnico d'ufficio ha calcolato una somma incassata indebitamente dalla banca per un totale di 1.426.365,45 euro. Lamera, dopo un po' che pagava, si era reso conto dei tassi importanti e perciò si era affidato a dei consulenti, arrivando a rinegoziare i mutui e ottenendone di più favorevoli.

Tuttavia, gli fu negata ogni possibilità di recuperare le somme che riteneva fossero state recepite al di fuori delle norme di legge, per cui fece causa alla Bcc con l'avvocato Luigi Ferraro, che ha seguito anche nel processo a Brescia la vicenda.

Respinte le obiezioni della banca

La banca, assistita dal legale Stefano Cremaschi, come riportato oggi (mercoledì 9 ottobre) dal Corriere Bergamo ha però impugnato la sentenza di primo grado. Ha sostenuto che i mutui erano stati perfezionati il 21 dicembre 2009 e non il 22 gennaio 2010, quindi in un frangente in cui non c'era usura, in quanto il tasso soglia era del 4,875 per cento.

La seconda obiezione della Bcc era invece relativa alla mancata applicazione della compensazione, fra la cifra stabilita dal giudice di primo grado e il debito che l’imprenditore ha nei confronti dell’istituto di credito. La Corte d'Appello non ha però ammesso la prima tesi, in quanto si tratta di un'eccezione non sollevata in precedenza e comunque infondata, perché il mutuo era stato iniziato il 26 gennaio 2010. La seconda osservazione è stata ritenuta ancora inammissibile, perché la questione è successiva alla sentenza impugnata, quindi da considerare semmai in sede di esecuzione.

Nel corso del pignoramento a Calcio e poi di quello a Covo, rispetto alla somma prevista Lamera riuscì a recuperare 141.500 euro, ma al momento della terza esecuzione a Ghisalba arrivò l'ordinanza di sospensione cautelare, dopo il procedimento esecutivo chiesto dall'istituto. Adesso il campione di tiro a volo potrebbe quindi ripartire nel recupero della cifra, mentre la banca punta a compensare la cifra con il capitale residuo e si è riservata ulteriori valutazioni dopo l'analisi della sentenza.

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