Giovedì 17 ottobre

Serata benefica alla Gamec: asta col vino del Gasp e presentazione dell'opera di Mastrovito

La galleria d'arte aprirà le sue porte dalle 21.30 alle 23, il ricavato al progetto "Solleva-menti". In mostra l'installazione argentina

Serata benefica alla Gamec: asta col vino del Gasp e presentazione dell'opera di Mastrovito
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Foto di apertura di Jorge Minio

In occasione dell'ingresso nelle Collezioni dell'opera di Andrea Mastrovito realizzata nel 2022 a Buenos Aires, giovedì 17 ottobre dalle 21.30 alle 23 la Gamec aprirà le sue porte.

Lo farà per mostrare al pubblico italiano l'installazione Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, esposta nel percorso "Una galleria, tante collezioni", e che entrerà a far parte del patrimonio artistico di Bergamo.

L'asta benefica

L'evento sarà in conclusione di un'asta benefica, con partecipazione su invito, durante la quale saranno battute tre bottiglie di vino provenienti da Cascina Gilli, la vigna in Monferrato a cui collaborano Gian Piero Gasperini e il figlio Davide. Ciascuna bottiglia, concepita come un'opera unica, sarà caratterizzata da un'etichetta disegnata da Mastrovito.

Il ricavato verrà devoluto a sostegno del progetto della Gamec "Solleva-menti", dedicato alle persone con disagio mentale, con l'obiettivo di migliorare il loro benessere attraverso l'arte e la cultura con laboratori, visite guidate e percorsi creativi.

Andrea Mastrovito, foto Francesca Signori

L'opera di Mastrovito

Ad asta chiusa, il direttore della galleria d'arte Lorenzo Giusti, insieme all'artista e all'allenatore dell'Atalanta, mostreranno quindi l'opera, realizzata due anni fa in Sudamerica nel contesto della sua mostra personale Yo lo vi, in una collaborazione tra l'istituzione culturale bergamasca e la Fundacìon Proa di Buenos Aires.

Ispirata a I disastri della guerra di Francisco Goya, che ha utilizzato il disegno come un grande assemblage, realizzato con mobili e infissi trovati per le strade della città argentina. Quindici metri nel primo atto dell'opera sulle pareti del Proa21, poi le migliaia di frottages di oggetti di uso comune nella seconda parte, che alla fine diventa in pratica scultura.

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