Birdwatching "europeo" nell'Alto Sebino. Ma la zona umida è minacciata dal turismo
Sono stati osservati ben 266 esemplari di uccelli. Il rischio, però, è che l'area venga eliminata da un progetto con piscine e parcheggi
Un censimento itinerante dell'avifauna migratoria, contemporaneamente in tutta Europa. Eurobirdwatch 2024, questo il nome dell'evento organizzato da Lipu Bergamo, si è tenuto lo scorso 5 ottobre nella zona umida dell'Alto Sebino, nel Comune di Costa Volpino.
Una mattinata dedicata al birdwatching, in cui i partecipanti hanno potuto osservare ben 44 specie di uccelli, tra stanziali e migratori, per un totale di 266 esemplari. Tra gli avvistamenti più interessanti, l'osservazione di uno sparviere, un lodolaio, un piro piro piccolo, un moriglione e un buon numero di stiaccini e saltimpalo in piena migrazione.
Ultimo baluardo naturale del Sebino
È stata scelta la zona umida dell'Alto Sebino perché quest'area, un prezioso ecosistema che si estende dalla foce del fiume Oglio fino all'area circostante l'ex Bar delle Rosa, rappresenta l'ultimo baluardo naturale o semi-naturale di un lago, il Sebino, ormai fortemente antropizzato: un habitat cruciale per molte specie di uccelli e piante, alcune delle quali rare e protette.
Il canneto presente nei pressi del laghetto nell'area dell’ex Bar delle Rose rappresenta un habitat vitale per numerose specie nidificanti, come l’usignolo di fiume, la folaga, la cannaiola, la gallinella d’acqua e il tuffetto, mentre la vegetazione ripariale adiacente ospita specie di rilevanza conservazionistica come il tarabusino, il porciglione e il martin pescatore.
L'area si conferma inoltre una fondamentale tappa di transito e svernamento per molte specie protette come aironi rossi, aironi bianchi maggiori, falchi di palude, beccaccini e basettini, molte delle quali sono tutelate. Non meno importante è la presenza di specie floristiche, come Oenanthe aquatica e Typha minima, uniche stazioni bergamasche di queste piante rare.
Minacciata dal progetto di riqualificazione turistica
«Nonostante l'elevato valore ecologico dell'area, la zona umida dell'Alto Sebino è minacciata da un progetto di riqualificazione turistica denominato "Baia delle Rose" - spiega Lipu Bergamo - che prevede la costruzione di un bar-lido, un ristorante, una piscina e, soprattutto, l'interramento di una parte della zona umida per creare un parcheggio. Oltre a ciò, si prevede l'inserimento di casette galleggianti nelle vicinanze dei canneti e la creazione di aree didattiche che poco hanno a che fare con la salvaguardia della naturalità del luogo».
«I dati raccolti - conclude l'associazione - ci raccontano di un totale di ben 95 specie censite in quest'area. L’appello che si rivolge alle amministrazioni è quello di provare a cambiare prospettiva e incentivare una forma di turismo nuova, più consapevole e attenta alle questioni ambientali. Una forma di turismo che abbia il coraggio di mettere la natura al centro dei suoi progetti e che sia capace di valorizzare davvero il territorio, senza sacrificare la sua ricchissima biodiversità».