A Valbrembo

Rinoceronte bianco, specie a rischio: al Parco Le Cornelle si tenta la riproduzione

Sono stati eseguiti accertamenti per verificare le condizioni di salute. Prima si tenterà un approccio naturale, altrimenti per via assistita

Rinoceronte bianco, specie a rischio: al Parco Le Cornelle si tenta la riproduzione
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Il Parco Faunistico Le Cornelle di Valbrembo si prepara ad avviare un ambizioso progetto che ha come obiettivo la riproduzione assistita del rinoceronte bianco. Questa specie, infatti, è una tra le più minacciate al mondo, a causa dell'attività di bracconaggio.

Prima si procederà per via naturale

Il parco di Valbrembo, ad oggi, ospita un gruppo riproduttivo composto da tre esemplari: un maschio, Pancho, e due femmine, Lara e Shanny. Nessuno di loro si è mai riprodotto in precedenza, ma si trovano al momento in una fase della loro vita in cui si trovano nel massimo potenziale riproduttivo.

Per questo motivo nelle ultime settimane, i medici veterinari del parco hanno sottoposto gli animali a una serie di controlli per verificare la salute del loro apparato riproduttivo, senza rilevare problemi che potrebbero ostacolare la riproduzione. Inizialmente, l'approccio scelto è stato quello di favorire un accoppiamento naturale e si stanno monitorando regolarmente i periodi di estro.

L'unico gruppo riproduttivo in Italia

Nel caso in cui non dovesse funzionare, sono già state raccolte e processare 96 provette contenenti il seme del rinoceronte maschio, per procedere con un intervento di inseminazione artificiale entro la primavera 2025. Questo piano, sviluppato in collaborazione con il team del Leibniz-Institute of Zoo and Wildlife Research di Berlino, punta a sincronizzare i cicli riproduttivi delle femmine e a utilizzare sia seme fresco che congelato.

Tutto questo progetto rappresenta un passo cruciale nella salvaguardia di questa specie a rischio critico di estinzione. Il gruppo riproduttivo presente al Parco Le Cornelle è infatti l'unico in Italia e fa parte del programma europeo di conservazione Eep (European Endangered Program) dell’Eaza (European Association of Zoos and Aquaria). Nei prossimi sei mesi, verrà monitorato attentamente lo stato di salute degli esemplari femmine e, in caso di necessità, si procederà alla stimolazione ormonale.

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