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Nonostante il Pnrr, l'edilizia bergamasca rallenta. Ance: «Servono provvedimenti»

Nel 2023 in provincia aggiudicate opere per oltre un miliardo di euro, ma quest'anno gli importi sono calati

Nonostante il Pnrr, l'edilizia bergamasca rallenta. Ance: «Servono provvedimenti»
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In foto la presidente di Ance Bergamo, Vanessa Pesenti

In Bergamasca, nel 2023, sono state aggiudicate 410 gare per opere pubbliche, per un importo di oltre 1,1 miliardi di euro, ma quest'anno si è riscontrato un calo significativo.

Il rapporto sulle opere pubbliche

Il dato arriva dal rapporto "Il mercato delle opere pubbliche per le imprese di costruzioni nelle province della Lombardia 2019-2024", voluto da Ance Lombardia e realizzato da Cresme Europa servizi. Lo si è presentato oggi (venerdì 18 ottobre) al Salone d’onore della Triennale di Milano, nel corso del convegno "Punto e avanti-Lo stato di attuazione del Pnrr lombardo".

L’indagine, prima di una serie di pubblicazioni che avrà durata pluriennale con uscite semestrali, ha l’obiettivo di monitorare il mercato delle opere pubbliche in Lombardia, con un focus sulle singole province.

I dati della Bergamasca

Per quanto riguarda il nostro territorio, nei primi sei mesi del 2024 si osserva un rallentamento dell’espansione del mercato, con un calo degli importi del -31,8 per cento per i bandi e del -59,4 per cento per le aggiudicazioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Dati in linea con la Lombardia (-32,9 per cento i bandi e -58,3 per cento le aggiudicazioni) e migliori rispetto al dato nazionale (-63,9 per cento i bandi e -64,1 per cento le aggiudicazioni).

Altro dato significativo che emerge dallo studio è il calo del ribasso medio di gara, che nel periodo 2019-2024 è passato dal 21 per cento al 12 per cento (dati in linea con il dato regionale). Importante è anche la partecipazione delle imprese bergamasche al mercato che, negli ultimi due anni e mezzo, hanno vinto il 56 per cento delle gare, corrispondenti al 43 per cento degli importi. Parallelamente, nello stesso periodo, si è assistito anche ad una riduzione dei tempi di affidamento dei lavori, che sono passati da più di cinque mesi per i bandi antecedenti al 2019 a due mesi nel 2023.

Passando agli impatti del Pnrr sul mercato delle opere pubbliche sul nostro territorio, la ricerca evidenzia come, nel periodo 2021-24, le opere Pnrr-Pnc (Piano nazionale complementare) costituiscano il 39 per cento del totale degli importi messi a gara, il 20 per cento in numero, determinando una crescita delle opere medie e grandi. In particolare, stando sul numero di opere, gli interventi di importo superiore a un milione passano da un numero medio annuo di 36 bandi nel triennio 2019-2021, a 68 bandi nel 2022, a 113 bandi nel 2023 a 43 bandi nei primi sei mesi del 2024.

Con riferimento, invece, all’importo nel biennio 2022-23, che ha visto la pubblicazione di numerose gare finanziate dal Pnrr, l’incidenza degli appalti superiori a un milione di euro supera l’80 per cento del valore del mercato.

Chiesti provvedimenti fiscali e normativi

«Il settore, dopo la significativa crescita dei mesi passati, continua a tenere. Le opere del Pnrr, nonostante alcuni ritardi nel rispetto dei tempi di pagamento, sono cruciali per il nostro territorio e per le nostre imprese, che giocano un ruolo di primo piano nella realizzazione dei progetti», ha commentato Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo.

«Tuttavia, i segnali di rallentamento che avevamo già percepito alla fine del 2023 ci preoccupano. Siamo di nuovo costretti a navigare a vista, tra l'incertezza sui bonus edilizi e la mancanza di una visione strategica riguardo ai piani di messa in sicurezza del territorio e alle politiche abitative. È essenziale che le istituzioni intervengano al più presto: dobbiamo ragionare insieme su nuovi provvedimenti strutturali, sia fiscali che normativi, per sostenere lo sviluppo del territorio anche oltre la fase del Pnrr».

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