Il caso dei familiari delle vittime del Covid arriva in Europa: il Governo italiano dovrà rispondere
Dovrà dar seguito ai quesiti della Corte europea sulle carenze nell'affrontare la pandemia e sull'attività dei tribunali
Nonostante le archiviazioni del Tribunale dei Ministri di Brescia, la battaglia legale delle cinquanta famiglie che hanno perso i loro cari nel corso delle prime ondate della pandemia da Covid-19 non solo è andata avanti, ma è arrivata ora anche in Europa.
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha infatti deciso di comunicare al Governo italiano il ricorso da loro presentato nell'ottobre del 2023.
«Violazione dei diritti dell'uomo»
«Questa comunicazione che ci è pervenuta è importantissima», commenta Consuelo Locati, del team legale che segue i familiari. Spiega: «Il tribunale ha ritenuto che l'oggetto del giudizio sia tale da meritare un'analisi approfondita da parte della Corte di Strasburgo, che ha comunicato il nostro ricorso al Governo italiano e che ha dato termine alle parti per rispondere ai quesiti posti dalla stessa Corte».
Il team dei legali che segue da quasi quattro anni i familiari sia in ambito penale che civile (gli avvocati Consuelo Locati, Luca Berni, Giovanni Benedetto, Piero Pasini, Alessandro Pedone), insieme agli avvocati Anton Giulio Lana e Alessio Sangiorgi di Roma, aveva presentato ricorso nel 2023, dopo aver analizzato migliaia di documenti e aver ravvisato gli estremi di violazione dei diritti dell'uomo nella gestione della pandemia in Italia e a questa domanda aveva aderito circa cinquanta familiari di tutta Italia.
Di cosa dovrà rispondere il Governo
In sostanza, il Governo italiano sarà ora chiamato a rispondere ai quesiti della Corte, riguardanti sia le carenze sostanziali nell'affrontare la pandemia, senza uno piano pandemico aggiornato come prescritto dall'Oms, sia per il fatto di non aver permesso ai familiari delle vittime di partecipare in qualità di parti civili ai processi dinanzi al Tribunale dei ministri per le presunte responsabilità dei componenti del governo di allora, ma anche della Regione Lombardia e del Comitato tecnico scientifico appositamente costituito, tutti conclusisi con archiviazioni.
«Risultato storico»
Solo il dieci per cento dei procedimenti arriva fino a questo punto. Pertanto Locati sottolinea: «È un risultato storico. Abbiamo la prova che le nostre richieste erano fondate, ma soprattutto questa decisione ci conferma come siano stati ritenuti sussistenti i presupposti giuridici dell'indagine della Procura di Bergamo che aveva individuato 21 indagati».
Conclude: «Questo provvedimento ridà dignità alle nostre vittime - commenta Cassandra Locati, presidente di #Sereniesempreuniti - e riporta l’attenzione sul rispetto per noi familiari, quel rispetto che da oltre quattro anni le istituzioni italiane non ci hanno dimostrato»
E' assurdo , una vergogna accusare il governo e lo staff sanitario per un evento incredibile di cui nessuno aveva idea di come affrontarlo. Alla fine si tratta solo di prendere SOLDI e vendere i propri morti.
Bene.. vediamo come andrà avanti e speriamo nella giustizia per queste povere vittime e di tante altre e soprattutto di tutto quello che sta emergendo!!