L'addio

La commovente dedica di Federico Tomasoni, di Castione, alla fidanzata Matilde Lorenzi, morta sugli sci

L'atleta bergamasco le è rimasto vicino fino alla fine in ospedale: «Sei la cosa più importante che mi potesse capitare»

La commovente dedica di Federico Tomasoni, di Castione, alla fidanzata Matilde Lorenzi, morta sugli sci
Pubblicato:
Aggiornato:

Un addio dopo la tragedia quello di Federico Tomasoni, sciatore freestyle di Castione della Presolana fidanzato di Matilde Lorenzi, l'atleta ventenne promessa della nazionale, morta dopo un incidente in pista.

La dedica sui social

Il 27enne, non appena ha saputo della terribile caduta durante l'allenamento in Val Senales, in Alto Adige, ha raggiunto la ragazza all'ospedale San Maurizio di Bolzano e le è rimasto accanto fino alla fine. Quando, purtroppo, nella notte tra lunedì 28 e martedì 29 ottobre, si è spenta a causa di un'emorragia interna. A testimoniare la sua vicinanza alla giovane dal primo all'ultimo momento anche le immagini che ha condiviso sui suoi profili social, che lo mostrano mentre teneva la mano a Matilde mentre era ricoverata.

 

«Ti amo stellina» in didascalia dello scatto, poi un selfie di loro due insieme abbracciati, un video in cui scherzando si sussurrano ciao e una canzone in chiusura della storia che le ha dedicato su Instagram. Il brano scelto è Matilda, degli Alt-J, un modo per dare un ultimo saluto alla «cosa più importante che mi potesse capitare».

 

Sconvolto il mondo dello sci

Sulla base degli accertamenti effettuati in pista, i parametri di sicurezza del tracciato e dell’impianto di risalita erano stati rispettati, quindi senza alcuna ipotesi di reato non si aprirà un'indagine. La scomparsa dell'azzurra, che faceva parte dell’Esercito ed era diventata campionessa italiana di supergigante a marzo, ha sconvolto tutto il settore dello sci.

I funerali si svolgeranno domani (giovedì 31 ottobre), alle 10, nella parrocchia di San Lorenzo a Giaveno, nel Torinese. La Fisi, in una nota, ha invitato a non portare fiori, ma a fare donazioni a favore del progetto in memoria di Matilde, che ha l'obiettivo di migliorare la sicurezza per gli atleti in pista.

Commenti
Giovanni G. Gori

Chi mi conosce sa benissimo che non ho mai seguito nessun tipo di sport: nella vita ognuno di noi ha delle passioni specifiche e, tra queste, non rientrano nel mio caso il tifare per uno sport, per un atleta, per una squadra... Eppure, vi è un particolare per il quale gli sport mi hanno sempre molto colpito ed al contempo terrorizzato: la ferocia tranchant con la quale hanno messo a nudo la caducità della vita umana: Ayrton Senna, Marco Simoncelli, Jason Dupasquier sono soltanto tre dei nomi di un elenco sicuramente ben più lungo riguardante vite giovani, spazzate via col vento mentre correvano inseguendo il sogno di una vita. E poi, anche nel calcio è successo: penso, in primis, a Piermario Morosini, verso il quale la vita è stata crudele fino a farlo morire mentre era lì, in campo, pronto a giocare. E, naturalmente, penso a Davide Astori: aveva ancora tanto da fare e da vivere. Essendo io di Firenze, ricordo ancora molto bene l'ondata di lutto e di commozione che travolse i miei coetanei ed i fiorentini tutti (compresi i non tifosi): a distanza di sei anni, fa ancora male. Ho pensato a tutto questo anche quando ho saputo dell'ennesima tragedia in merito, in cui questa volta ad essere stata tradita dalla sua passione più grande è stata una ragazza, Matilde Lorenzi, lanciata verso un brillante futuro nella carriera sciistica: non so spiegare bene come mai, forse perché- in cuor mio- speravo se la sarebbe cavata dopo quella caduta apparsa già da subito fatale, forse perché la percepisco come vicina a me (essendo pochi mesi più grande del sottoscritto), forse perché aveva ancora tutta una vita che voleva costruire...sta di fatto che quest'evento mi ha molto colpito. Fino, quasi, a lacerarmi. Perché, ai miei occhi, fa capire come la vita possa essere come qualcuno di cui ti fidi ma che, in realtà, aspetta solo il momento buono per pugnalarti alle spalle. Più passa il tempo, più mi convinco che la vita non abbia un senso naturale: ogni singolo essere umano, come sosteneva Max Weber, deve crearsi il proprio senso della vita. Ma, quando avvengono fatti del genere, è difficile dare un senso a tutto questo. E la prima cosa che ti chiedi non è "Qual è il senso della vita?", bensì "Qual è il senso della morte?". E, forse, è una domanda alla quale nessuno che vive saprà mai dare una vera risposta. È questa la vera condanna.

Tarcisia

Ciao cara! Non ci sono parole... buon viaggio R.I.P.

Gigio

R.I.P. Non Ti conoscevo, ma è doloroso, vedere spegnersi una così giovane vita😔😔

RT

...i Campioni e le Brave persone se ne vanno, quelli che violentano/ammazzano rimangono!!!un abbraccio ai genitori.

Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali