Titoli di coda

Niente da fare, dimissioni confermate: Bagnoli non è più la direttrice della Carrara

Insanabile la frattura tra lei e il general manager Bonaldi. Inutili i tentativi di mediazione della sindaca Carnevali e dell'intera Fondazione

Niente da fare, dimissioni confermate: Bagnoli non è più la direttrice della Carrara
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Nessun passo indietro. Ieri sera (31 ottobre), in occasione del Cda straordinario della Fondazione Accademia Carrara, la direttrice Martina Bagnoli ha confermato le sue dimissioni dal ruolo che aveva assunto appena pochi mesi fa (a febbraio 2024 per la precisione).

In realtà, Bagnoli aveva già annunciato la sua decisione con una lettera inviata al Cda lo scorso 25 ottobre. In questa settimana, la presidente della Fondazione (nonché sindaca), Elena Carnevali, l'assessore alla Cultura, Sergio Gandi, e altri esponenti del Cda hanno cercato di fare cambiare idea alla storica dell'arte, senza però riuscirci.

I motivi della rottura

A monte della decisione, gli attriti con il general manager della pinacoteca, Gianpietro Bonaldi, e una opposta visione di gestione dell'istituzione museale. Una posizione che Bagnoli non ha certo nascosto, tanto da aver anche scritto un articolo per il quotidiano Domani nel quale criticava apertamente la scelta di mettere alla guida di musei dei manager. Parole che tutti, a Bergamo, avevano letto come un diretto riferimento alla Carrara.

La ex direttrice Martina Bagnoli e il general manager Gianpietro Bonaldi

In particolare, come riportato sul PrimaBergamo in edicola da oggi, venerdì 1, a giovedì 7 novembre (QUI in edizione digitale), la fatidica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stato il "no" di Bonaldi - che tiene in mano conti e sponsor della pinacoteca - a una mostra che Bagnoli stava organizzando e per la quale aveva già speso parole con altri musei. Da lì la definitiva rottura di un rapporto che, purtroppo, non era mai decollato.

Il comunicato della Fondazione

L'ufficializzazione della fine del rapporto tra la studiosa di fama mondiale (il suo curriculum parla da sé) e l'Accademia è stata data oggi dal Comune e dalla Fondazione attraverso un comunicato, dove si legge:

«Il “modello duale”, adottato da anni come modello organizzativo, con le figure - insieme - della direttrice e del general manager, ha trovato sia nella presidente, nonché sindaca della città, che nel Consiglio di amministrazione piena conferma, così come la stima e la fiducia nei confronti di entrambi, delle rispettive professionalità e l’apprezzamento del loro operato.

A seguito delle dimissioni presentate nei giorni scorsi dalla direttrice dell’Accademia Carrara, la presidente e il Consiglio di amministrazione, unitamente all’assessore alla Cultura, si sono prontamente attivati per analizzare la situazione e valutare le possibili soluzioni atte ad evitare le dimissioni e a tutelare la continuità, la stabilità e il profilo reputazionale dell’Istituzione Accademia Carrara.

[...]

La presidente del Cda Elena Carnevali e l’assessore alla Cultura, Sergio Gandi, hanno incontrato a più riprese la direttrice e il general manager, sia singolarmente sia congiuntamente, per comprendere meglio le rispettive esigenze. In questi incontri, è stata costantemente confermata la stima e la fiducia nei confronti di entrambi.

Nella serata di giovedì, è stato convocato un Consiglio di amministrazione straordinario durante il quale, alla presenza della direttrice del Museo e del general manager, sono state illustrate le proposte che, ad avviso dello stesso Cda, avrebbero consentito una compiuta funzionalità dell’operato di entrambi. Tuttavia, nonostante una discussione lunga e approfondita, la direttrice ha confermato la propria intenzione di dimettersi, dichiarando alla fine di non condividere il modello gestionale.

La presidente e il Cda, molto rammaricati per questa scelta, rispettano il punto di vista della Direttrice e ne accettano le dimissioni, ringraziandola per il buon lavoro svolto. Nei prossimi giorni, il Cda si riunirà per definire i prossimi passi, indispensabili per garantire la continuità operativa del Museo oltre agli impegni già programmati della Fondazione»

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