Episodio grave

La travel blogger molestata da un maniaco a Bergamo: «Denunciate, non fate finta di niente»

Il racconto di Giulia Meta, rimasta sconvolta: «C'erano dei passanti, ma nessuno è intervenuto. Questo mondo non mi fa sentire al sicuro»

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Le si è avvicinato, poi si è slacciato i pantaloni e ha iniziato a praticare dell'autoerotismo. A quel punto, la ragazza ha iniziato a urlare e piangere e si è allontanata, mentre nessuno, nonostante i diversi passanti, è intervenuto in sua difesa.

Molestata vicino alla stazione

Il grave episodio è accaduto nel pomeriggio di mercoledì 6 novembre, intorno alle 16.30, in via David a Bergamo, vicino ai binari e alla stazione di treni e autolinee.

A creare ancora più eco alla vicenda, il fatto che a subirla sia stata Giulia Meta, nota influencer e travel blogger, che qualche giorno dopo l'accaduto ha pubblicato un video in cui appare visibilmente sconvolta da quanto successo, raccontando delle molestie subite dal soggetto (descritto come alto e trasandato) e di aver sporto denuncia dalla polizia, invitando anche altre donne vittime di gesti simili a fare lo stesso.

L'indifferenza dei passanti

«Sono sconvolta e affranta da quanto è successo, anche se mi era già capitato in passato - ha spiegato nel filmato -. La cosa che però mi ha lasciato più sconvolta è stata la non reazione dei passanti che erano lì, che hanno visto una ragazza urlare e dire a quell'uomo pazzo, maniaco e non hanno fatto niente».

Una situazione che, per Giulia, avrebbe potuto avere conseguenze più gravi: «Immagino cosa sarebbe successo se non ci fosse stato nessuno, anche perché in quella strada non ero mai passata e non ne conoscevo le uscite. Se fosse stato più buio e quella persona fosse stata più vicina a me, perché continuava ad avvicinarsi e poi io sono scappata di colpo. Ho chiamato subito la polizia, che è intervenuta, ho dato tutti i dettagli, anche se in quel momento non poteva fare niente». Gli agenti hanno cercato il soggetto in zona, senza trovarlo, e stanno provando a identificarlo tramite le telecamere.

L'invito a denunciare

In chiusura della sua storia, la ragazza ha spiegato che stava andando in Questura a sporgere denuncia, perché non intendeva far passare questo reato nel silenzio generale: «Adesso sto andando a fare la denuncia, perché è inutile che fingiamo di vivere in un Paese in cui ci possiamo sentire al sicuro, se non è così. Non so con che coraggio posso continuare a dire che noi donne possiamo girare questo mondo da sole e libere, perché io sono la prima, in questo momento, a dire che questo mondo non mi fa sentire al sicuro. Però se vi succede qualcosa del genere denunciate, non fate finta di niente, devono sapere cosa passiamo».