Elton Dema, l'operaio morto al cantiere di Erba, si era trasferito da poco a Stezzano con la famiglia
Il 41enne era arrivato in Italia un anno fa, prendendo prima un appartamento ad Azzano. A luglio l'avevano raggiunto moglie e figli
Era venuto in Italia circa un anno fa Elton Dema, l'operaio albanese 41enne morto mercoledì 20 novembre al San Gerardo di Monza, dove era stato ricoverato in seguito a un incidente sul lavoro a Erba, nel Comasco.
Abitava a Stezzano
L'uomo, come riportato oggi (venerdì 22 novembre) da L'Eco di Bergamo, era andato a stare in un appartamento di Azzano San Paolo. Prima per conto suo, poi aveva fatto arrivare a luglio scorso dal suo Paese la moglie Bledjana e i quattro figli Endri, di tredici anni, Edita, dieci anni, Elton, sette anni ed Ergi che ne ha quasi cinque. Si erano trasferiti a Stezzano, in una casa in via Ponchielli al civico 7, dove al pianterreno abitano anche la sorella e il cognato, in Italia ormai da anni.
I tre figli maggiori di Dema frequentano le scuole ad Azzano, dove hanno già avuto modo di ambientarsi, ma adesso per la famiglia è un momento difficile anche dal punto di vista economico, perché al momento la moglie dell'operaio non ha un'occupazione. Il 41enne lascia, oltre a consorte, figli e sorella, la madre che è rimasta in Albania (il padre è morto l'estate scorsa) e due fratelli, uno rimasto lì e l'altro pure lui trasferitosi nel nostro Paese.
Il corpo non è ancora stato restituito ai parenti, per via delle indagini in corso, e rimane quindi a disposizione della Procura, che ha disposto l'autopsia. La famiglia lo vorrebbe poi riportare in Patria, a Kukes, la città d'origine.
L'incidente sul cantiere
Dema, che lavorava per una ditta di Grassobbio con un regolare contratto, lunedì era uscito di casa alle 5.30, per recarsi al cantiere dell'area ex Gasfire di Erba, in via Fiume. Giunto sul posto, stava utilizzando un carrello elevatore ed era all'opera su una tettoia pericolante, quando intorno alle 10 il movimento del macchinario lo ha schiacciato contro il soffitto.
Sul posto, dopo la chiamata al numero d'emergenza, sono intervenuti la Sos di Canzo con un'ambulanza e l'automedica da Como, insieme ai vigili del fuoco, i tecnici dell'Ats Insubria e i carabinieri. Anche il sindaco, Mauro Caprani, è accorso sul luogo dell'incidente. Le condizioni del ferito, però, erano apparse fin da subito critiche e nonostante l'impegno dei medici alla fine si è spento in ospedale.
I sindacati chiedono sicurezza
La vittima era iscritta alla Filca Cisl di Bergamo, che insieme a Feneal Uil e Fillea Cgil ha richiamato l'attenzione sui numerosi episodi di drammi sul lavoro. «A noi interessa evidenziare che, un’altra volta, una persona uscita per lavorare non farà più rientro a casa».
L'attenzione è posta sulla sicurezza: «Questo ennesimo incidente mortale non è un caso isolato, ma l’ennesimo episodio di una lunga lista di tragedie che avvengono ogni anno nel settore edile, dove le condizioni di sicurezza sono ancora troppo spesso ignorate, mal gestite e insufficientemente controllate». Le sigle hanno chiesto, anche in quest'occasione, un rafforzamento dei controlli e delle ispezioni nei cantieri.