Accademia Carrara, l'eredità scivolosa che Gori ha lasciato alla sindaca Carnevali
Maria Luisa Pacelli è la nuova direttrice. Basterà a placare i mugugni della sinistra, che sogna un (impossibile) ritorno alla gestione pubblica?
di Wainer Preda
Chi si aspettava di vederla in carne e ossa è rimasto deluso. Lei per ora non c’è. L’ufficializzazione del suo ruolo invece sì. Il sindaco di Bergamo, Elena Carnevali, e l’assessore alla Cultura, Sergio Gandi, hanno annunciato il nome della nuova direttrice dell’Accademia Carrara. È Maria Luisa Pacelli, storica dell’arte, laureata a Ca’ Foscari, con un curriculum di tutto rispetto.
Dal 2020 al 2024, direttrice della Pinacoteca nazionale di Bologna, non riconfermata dal ministro Alessandro Giuli. Prima ancora direttrice delle Gallerie d’arte moderna di Ferrara.
L’obbiettivo del Comune era chiudere in tempi brevi, dopo le dimissioni di Martina Bagnoli formalizzate il 14 novembre. Nella travagliata vicenda della Carrara, però, c’è un risvolto di cui si è parlato poco: quello politico. Di questo - e solo di questo - ci occuperemo perché determinante all’interpretazione di quanto accaduto.
Non è un mistero che Gianpietro Bonaldi - general manager dell’Accademia al centro della bufera nelle ultime settimane -, sia stato prima amministratore della Cobe in quota centrodestra (peccato originale per la sinistra e peraltro non troppo amato neanche a destra) e poi scelto da Giorgio Gori per la prestigiosa Carrara.
L’allora sindaco manager ha visto in lui un professionista del marketing, giovane, di indubbie doti comunicative e determinazione. Insomma, l’uomo giusto per cercare di rilanciare, sul versante economico e della comunicazione, la pinacoteca che in quel momento non versava in condizioni granché floride.
Bonaldi, al tempo direttore operativo, s’incastrava giusto nel modello di gestione duale che stava avanzando. Per questo Gori gli ha affidato un ruolo di primissimo piano oltre alla raccolta fondi. Cosa che Bonaldi ha fatto (...)