Meglio della media nazionale, ma in calo: le tendenze del terziario in Bergamasca
Ecco il quadro che emerge dal rapporto dell’Osservatorio congiunturale Confcommercio Bergamo-Format Research
I dati parlano di un terziario in Bergamasca attivo, ma anche di una fiducia degli imprenditori del settore in calo. Sono questi i due fuochi intorno ai quali ruotano i risultati dell'ultimo rapporto dell'Osservatorio congiunturale Confcommercio Bergamo-Format Research.
Parlare di terziario in Bergamasca significa prendere in considerazioni una fetta molto importante di attività: sono infatti quasi quasi 44 mila (43.929) le imprese del settore, che si traducono in circa il 62 per cento dell'intero tessuto imprenditoriale extra-agricolo del territorio. In particolare, in Bergamasca, sono attive nel commercio 17.564 imprese, nei servizi 20.826 e nel turismo 5.539.
In crescita
E proprio nel contare il numero di queste imprese Confcommercio fa notare i primi dati positivi. Migliora infatti significativamente il saldo tra imprese nuove nate e imprese cessate. Le cessazioni sono infatti passate da 827 nel 2023 a 404 nel 2024. Per quanto riguarda le nuove imprese, nell'ultimo trimestre di riferimento (III trimestre 2024) rispetto al rispettivo del 2023, queste sono aumentate per quanto riguarda il commercio (da 113 del III trimestre 2023 a 134 III trimestre 2024) e i servizi (da 185 a 212); diminuite invece nel turismo (da 52 scendono a 41). In tutti i settori, incluso il turismo, il saldo tra iscrizioni e cessazioni risulta comunque in miglioramento.
Meno fiducia che nel resto d'Italia
Per quanto riguarda il fattore "fiducia", come anticipato, in questo secondo semestre del 2024 Confcommercio ha registrato un leggero peggioramento (da 39 a 36) coerente con il dato nazionale, che però è leggermente migliore (38).
In generale ad avere maggiore fiducia sono le imprese del commercio e dei servizi, entrambe a quota 37, mentre il turismo si ferma a 35. Diminuisce la fiducia nell'andamento della propria impresa, si scende infatti da quota 48 a 45 e la previsione a marzo 2025 è stabile, a 45 (inferiore rispetto alla media nazionale dove è a 48).
Diminuiscono i ricavi
Andamento del settore in Italia e in Bergamasca
Indicatore dei ricavi
Numero di addetti (in verde settore di attività economica/ classe di addetti; in arancio il terziario in Bergamasca)
Questo potrebbe essere legato all'indicatore relativo ai ricavi, che diminuisce rispetto a sei mesi fa (è a quota 48 contro i 53 di settembre 2023), restando invece in questo caso superiore alla media del settore terziario nazionale (45). Più in linea al quadro nazionale per quanto riguarda le previsioni a marzo 2025: 48 per le imprese bergamasche, 47 per le imprese italiane. Per i ricavi vi sono differenze significative a seconda del settore: se i servizi sono a quota 53, il commercio si ferma a 46, il turismo a 45. Si allarga anche il gap a seconda della dimensione dell’impresa: si va da un indice a 39 nelle microimprese con 1 addetto a uno a 58 nelle imprese con più di 49 addetti, mentre si attestano a 52 le imprese con più di dieci dipendenti.
L'occupazione tiene
Resta invece più salda l'occupazione, anche in linea prospettiva in vista del primo trimestre del 2025. Lieve la flessione rispetto a marzo 2024, con una discesa quasi impercettibile da 51 da 50. In linea le previsioni per il 2025 con indice a 50, dato decisamente inferiore alla media nazionale a 54, rispetto agli attuali 53 e ai 54 di marzo. Quanto ai settori i servizi riportano il valore più alto, a 55, seguiti dal turismo a 48 e dal commercio, a 47.
A livello dimensionale l’occupazione è migliore tra le imprese più grandi sopra i 10 addetti (a quota 54, cifra che sale nelle imprese più strutturate -dai 50 dipendenti in su - con indice a 56). Van meglio le piccole da 2 a 5 addetti (con indice a 46) rispetto a chi conta su 6-9 addetti (indice a 45).