Gli allevatori delle Valli bergamasche sorridono: cambiano le regole sul contenimento dei lupi
La Ue ha fatto un primo passo perché l'animale da "specie strettamente protetta" diventi "specie protetta": un avverbio che cambia tutto

La decisione è stata presa ed è chiara: ieri (3 dicembre) il Comitato permanente della Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa si è espresso perché il lupo passi da "specie strettamente protetta" a "specie protetta".
Questa modifica apre la porta a soluzioni nuove - e meno restrittive - di gestione e di contenimento dell'animale che spesso anche in Bergamasca si è reso protagonista di aggressioni alle greggi, con conseguente rabbia da parte degli allevatori.
La situazione in Bergamasca



Per questo, la notizia che arriva dall'Europa è così rilevante anche per il nostro territorio, dove i branchi presenti sono attualmente tre: uno tra l'Alta Valle Seriana e la Valle di Scalve; uno tra la Val Seriana, la Val Serina e la Val Brembana; il terzo sulle montagne che segnano il confine tra Bergamo e Lecco. A questi gruppi, che potrebbero contare in tutto una trentina di esemplari, si aggiungono poi anche quelli di passaggio.
Tempi non brevissimi
Il cambiamento entrerà in vigore fra tre mesi, a meno che almeno un terzo degli Stati firmatari della Convenzione di Berna (17 su 49) non si opponga. Se invece saranno in meno di un terzo a opporsi, allora la decisione non entrerà in vigore solo per chi si è espresso contrariamente. Attualmente, l'Italia, come tutti e 27 gli Stati dell'Ue, ha appoggiato il declassamento. La decisione definitiva verrà comunicata il 6 dicembre.
Il passo successivo sarà l'aggiornamento della direttiva Habitat e l'adeguamento delle normative nazionali. L'effetto non sarà quindi immediato, ma la certezza è che un primo e decisivo passo sia stato fatto.
Segnale che «l'Europa ci ascolta»
Intanto, la gioia degli allevatori si unisce alle dichiarazioni dei politici del territorio. In particolare, l'assessore all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, sottolinea: «Questo nuovo quadro normativo consente finalmente di attuare misure razionali, indispensabili per assicurare una coesistenza equilibrata tra attività umane e fauna selvatica, garantendo al contempo la sostenibilità ambientale e il futuro delle nostre comunità rurali». Il consigliere regionale di FdI, Pietro Macconi, conferma: «È un segnale importante che dimostra come le istanze dei territori possano trovare ascolto in Europa, a beneficio delle nostre tradizioni e del tessuto economico locale».
Una richiesta forte e chiara
Si aggiunge la voce del consigliere regionale Michele Schiavi (FdI), già sindaco di Onore in Val Seriana, che ricorda come «anche un solo allevatore che rinuncia a salire in alpeggio per paura dei danni da lupo è un problema, perché non rappresenta solo un danno economico ma anche una sconfitta per le istituzioni. La diffusione incontrollata del lupo è un problema che rischia di mettere in ginocchio centinaia di attività del nostro territorio e che troppo spesso è stato sottovalutato nonostante i dati evidenti e preoccupanti».
Sulla stessa linea di riflessione continua il consigliere regionale Alberto Mazzoleni (FdI), che è stato presidente della Comunità montana della Val Brembana: «C'è una forte richiesta di aggiornare le normative esistenti per consentire una gestione del lupo che bilanci la sua protezione con le esigenze di sicurezza e quelle economiche delle popolazioni rurali. Ciò include la creazione di piani di gestione che possano garantire il controllo della popolazione di lupi in determinate aree e la previsione di misure di prevenzione, quali recinzioni e dissuasori, oltre a compensazioni per i danni causati».
Dobbiamo dare una «Riposta concreta e rapida»
Va dritto al sodo Jonathan Lobati (Forza Italia), anche lui già presidente della Comunità montana della Val Brembana: «Ora possiamo lavorare a proposte concrete per la risoluzione di un problema evidentemente non più rimandabile. Dobbiamo dare una riposta concreta e rapida ai territori di montagna, ad allevatori e agricoltori che stanno vivendo con grande apprensione questo momento. Il lupo resta un animale che merita la giusta tutela e attenzione, ciò nonostante è importante salvaguardare il lavoro di chi tiene viva la montagna, ogni giorno».