Mai così pieno il carcere di Bergamo: 583 reclusi con soli 319 posti disponibili
Il dato del Ministero è aggiornato al 6 dicembre. Nello stesso giorno, la visita della Commissione carceri del Consiglio regionale lombardo
Il carcere di Bergamo non è mai stato così pieno da una decina di anni a questa parte. Anzi, strapieno secondo i dati del Ministero della Giustizia, che riporta come la casa circondariale di via Gleno ospita 583 reclusi a fronte di 319 posti regolamentari e 192 stanze di detenzione: il tasso di affollamento è superiore al 180 per cento. Questi sono i numeri aggiornati al 6 dicembre 2024; il primato precedente era del 2016, con 572 detenuti.
Al contrario, per quanto riguarda il personale di polizia penitenziaria, in funzione sono in duecento, contro invece i 221 che sarebbero previsti. Peggio vanno gli amministrativi, fermi a 13 contro i 23 previsti e sono sotto anche gli educatori con quattro effettivi contro i sei previsti (questi ultimi dati relativi al personale sono del 30 settembre).
La situazione è quindi estremamente problematica e pesante sia per i detenuti, sia per chi in carcere ci lavora.
La visita
Da qui è nata la visita in via Gleno della Commissione carceri del Consiglio regionale lombardo di ieri, venerdì 6 dicembre. . Guidata dalla presidente Alessia Villa (Fratelli d'Italia), una delegazione composta anche dai consiglieri bergamaschi Michele Schiavi (Fratelli d'Italia), Davide Casati (Partito democratico) e Jacopo Scandella (Partito democratico) ha varcato il cancello di via Gleno, ha incontrato il direttore Antonina D'Onofrio, la comandante della polizia penitenziaria Letizia Tognali e diversi operatori, per poi visitare i reparti, le celle, i laboratori.
Per FdI inserimento lavorativo al centro
Villa da presidente ha sottolineato: «Il sovraffollamento è significativo e anche il personale è in sofferenza. Abbiamo tracciato il quadro sulle progettualità che ci stanno a cuore, in particolare la formazione e il reinserimento lavorativo. Stiamo lavorando su uno specifico protocollo che a livello regionale metta allo stesso tavolo più soggetti, dall’amministrazione penitenziaria alle associazioni imprenditoriali e gli enti locali, per incentivare l'inserimento lavorativo».
Il consigliere regionale Schiavi si concentra sui problemi e concorda: «Diversi temi su cui lavorare: sovraffollamento delle celle e mancanza dei bagni, carenza di organico della Polizia Penitenziaria e necessità di aumentare gli inserimenti lavorativi dei detenuti. Chi è "dentro" ha sicuramente commesso un grave errore, ma è compito dello Stato provare a reinserire chi vuole e può. E il lavoro è un passo importante di questo percorso».
Pd: «Sostegno sanitario e attenzione alla salute mentale»
Scandella e Casati, consiglieri regionali del Pd, sottolineano piuttosto: «La situazione ha delle criticità : occorre insistere sull'ampliamento degli articoli 21, mettere al centro progettualità per affrontare l'aumento dei giovani adulti, sostenere il personale che qui lavora con ritmi elevati, poco turnover e gli straordinari non pagati. Risulta fondamentale il sostegno sanitario, la collaborazione con l'Asst Papa Giovanni è preziosa e occorre rafforzare l’attenzione sulla salute mentale».
COMPLETAMENTE ALLINEATO AL PENSIERO di Cattaneo Gaudenzio
Tutti i carcerati stranieri devono essere rimpatriati nei rispettivi paesi, basta con questo falso buonismo da cardinale che pregiudica la sicurezza e l'umanità nei confronti dei nostri detenuti. E, sicuramente, anche dal punto di vista economico lo stato risparmierebbe un bel po' di soldi pubblici... Applicare il buon senso con fermezza... Ci vorrebbe davvero un po' di carattere positivo nel risolvere questo fardello che ci trasciniamo da decenni nascondendo la testa sotto sabbia.
L'articolo è incompleto e non cita i dati sul numero di detenuti stranieri sicuramente molto elevato. Basterebbe mandare questi soggetti a scontare la pena nei loro paesi e il problema sarebbe già quasi risolto.
innanzitutto gli stranieri devono essere espulsi e scontare la loro pena nel loro paese,per quanto riguarda gli altri detenuti cosa vogliono:camera singola con bagno e veduta in città alta? se sono in carcere qualche crimine l'hanno commesso causando sofferenza alle vittime,il carcere non è un luogo di villeggiatura,cerchiamo di essere seri e onesti almeno una volta nella vita;i politici si occupino dei cittadini onesti.
E chi se ne frega. Se sono in galera, ci sarà un motivo. Il trucco, per non andare in galera, è comportarsi, in modo corretto, rispettare i comandamenti, non rubare, non uccidere. Non spacciare ecc. Gli stranieri, nelle carceri di casa loro, a scontare la pena. Basta con questi articoli. Non sono dei martiri, se sono in quella struttura.