Lite con un ferito e minorenne di fronte alle slot: sospese due sale gioco bergamasche
Una sospensione di cinque giorni per due attività a Bergamo e Cavernago. La prima dopo uno scontro, la seconda per irregolarità
Due sale slot sospese per cinque giorni in Bergamasca: una a Cavernago, dove i carabinieri hanno sorpreso un minorenne, l'altra a Bergamo in seguito a una lite culminata con un ferimento.
Lite con ferimento fuori da una sala di Bergamo
Si trova in una zona residenziale del centro di Bergamo, la prima sala gioco chiusa per cinque giorni dal Questore di Bergamo: un provvedimento che è stato adottato in seguito a una grave lite tra un cliente e i titolari della sala. I fatti risalgono a una sera di inizio dicembre e sono culminati con il lieve ferimento del cliente causato da un'arma da taglio.
Una vera e propria escalation che ha allarmato i frequentatori non solo della sala, ma anche degli altri locali della zona: per questo motivo il Questore ha emesso il provvedimento, adottato ai sensi dell'art. 100 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, notificandolo al titolare con l'obbligo di affissione all'esterno dell'attività di un cartello che riporta la dicitura: «Chiuso su disposizione dell'Autorità di Ps».
Un minorenne intento a guardare a Cavernago
La seconda sospensione disposta dal Questore, sempre di cinque giorni, riguarda una sala slot di Cavernago. Un provvedimento emesso nella serata del 20 dicembre in seguito a una segnalazione fatta dai carabinieri, che durante controlli effettuati nei mesi scorsi hanno riscontrato gravi irregolarità. In particolare, i militari di Calcinate hanno accertato, durante un controllo risalente allo scorso novembre, la presenza di un minorenne intento a giocare alle slot machine.
Più precisamente, il minorenne stava partecipando passivamente, guardando un maggiorenne mentre giocava a una slot che prevede vincita in denaro. Maggiorenne, tra l'altro, sprovvisto di titolo idoneo per accedere al gioco: per utilizzare le macchinette, si serviva della tessera sanitaria di un'altra persona, il titolare del locale, che così facendo eludeva i controlli previsti dalla legge.