Oltre il caos dei parcheggi: del Papa Giovanni bisogna «andarne fieri»
Le parole di un lettore, trapiantato di polmoni all'ospedale cittadino, in risposta a chi lamentava disorganizzazione nei posteggi
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L'abito non fa il monaco, e un parcheggio non fa un ospedale. Così si può riassumere la testimonianza di un lettore che, in riferimento a un nostro precedente articolo in cui si segnalava disorganizzazione nella gestione del traffico al parcheggio del Papa Giovanni, ha voluto invece sottolineare uno dei principali lati positivi dell'ospedale cittadino: lo staff che ci lavora e che lo ha seguito lungo tutto il tortuoso percorso della malattia.
Rinato grazie al trapianto
«Nel 2019 - si legge nell'e-mail inviata alla nostra redazione - scopro di avere una malattia incurabile, una fibrosi polmonare idiopatica. Ho 45 anni e il primario del reparto Pneumologia, il dott. Di Marco, mi comunica che al massimo ho tre anni di vita. Inizio il mio percorso per cercare di restare attaccato alla vita, visto che ho due figli di tredici e diciannove anni».
Visite, controlli, esami e spirometrie fino al 2021, quando dall'ospedale gli riferiscono l'unica soluzione possibile: tentare un trapianto di polmoni. «Nel frattempo non cammino più, ho ossigeno venti ore al giorno. Dopo decine di esami, anche molto invasivi, il 9dicembre 2021 entro in lista. Peggioro sempre di più, ma finalmente il 2 febbraio mi chiamano alle 17 e mi dicono di presentarmi a Bergamo».
Purtroppo l'intervento viene rimandato, «i due organi non sono "buoni" per me e sarebbe un rischio. Torno a casa abbattuto e giù di morale. Il fiato è sempre meno e la clessidra sta per esaurire...». Fino alla fatidica chiamata del 17 marzo successivo. «Questa è la volta buona e dopo due mesi e mezzo di ricovero torno ad abbracciare la mia famiglia. Perché i miei figli, visto il periodo Covid, non potevano venire nemmeno a trovarmi».
Non solo problemi, ma anche meriti
«Vi ho raccontato questa storia per testimoniare che i medici, le infermiere, gli inservienti, tutti quelli che mi hanno assistito e curato sono persone da tenere su un palmo di mano, gente di cuore che fa il proprio lavoro con amore, passione, tenacia e la cosa che mi preme dire è che oltre a curare la mia malattia hanno curato me come uomo, come persona: grazie!».
«Vorrei che si raccontassero più queste storie e queste emozioni - conclude il lettore, con un monito alle precedenti segnalazioni -. La sanità è anche questo, persone e reparti eccezionali di cui andarne fieri. Dal canto mio, anche ora che continuo a fare controlli, non ho mai fatto più di 4/5 minuti di coda per entrare nel parcheggio. Ricordando che i dipendenti della struttura sono circa quattromila, più i malati e chi va a trovarli, la cifra sale in modo esponenziale. Non lamentiamoci di cinque minuti persi... Abbiate pazienza che tutto si sistemerà».
Nei giorni scorsi, una lettrice aveva espresso il proprio malcontento circa la gestione del sistema di posteggi all'ospedale Papa Giovanni, segnalando la presenza di «code infinite che arrivano alla rotonda della tangenziale prima del pronto soccorso», chiedendosi «perché nessuno presidia queste aree per far defluire le auto che comunque non possono entrare». Recentemente è stata inoltre diminuita la durata della sosta gratuita, passata da trenta a quindici minuti.
Che la sanità pubblica sia in declino è più che certo, è quasi impossibile trovare prestazioni erogabili di qualsiasi genere e sempre peggio se non addirittura equiparate nel caso la prestazione richiesta abbia una qualsiasi priorità. Ricevi solo dei NO e ti fanno girare come una trottola senza risolvere nulla. UNA VERGOGNA dove sta il DIRITTO ALLA SALUTE??? Ormai esiste solo il dovere alle tasse. Dall’altro canto io, nella normalità, mi sento un privilegiato, anche se preferirei essere in salute, sono in cura per un’asma grave presso una ASST LOMBARDA la cui organizzazione, per quanto concerne il mio stato di salute, è eccezionale come ECCEZZIONALE È IL PERSONALE CHE MI HA IN CARICO e che colgo l’occasione di ringraziare (asst spedali civili bs).
Vorrei che non si mischiassero le carte in tavola. Il problema parcheggi del Papa Giovanni nulla ha a che fare con medici, infermieri, inservienti che ci lavorano e dedicano, chi più chi meno, la loro professionalità al servizio dei malati. Da quel lato, per quanto mi riguarda, ne posso parlare solo che positivamente. Ma le disfunzioni e la gabella dei costi per posteggiare ed andare a farsi curare, sono evidenti e inconcepibili.
Ho partorito al Papa Giovanni: un'esperienza terribile che ricordo ancora con rabbia e tristezza nonostante siano passato quasi 4 anni. Poca gentilezza, nessuna empatia da parte di chi dovrebbe aiutare una neo mamma e invece la fa sentire in difetto, per non parlare della totale incompetenza del personale in reparto che ci hanno fatto passare una prima settimana da incubo. Unica eccezione, le ostetriche in sala parto: semplicemente fantastiche (Corinna e Salvo ❤️).
Che ci azzecca la qualità della cura con l'iniquità del dovere pagare il parcheggio per andare a curarsi? Già ci tocca curarci pagando, alla faccia di quello che diceva Formigoni. Ora siamo anche ostaggio di questi del parcheggio, erano meglio quelli che gli davi quello che volevi e ti aiutavano a parcheggiare, ora invece dobbiamo obbligatoriamente pagare per arricchire qualche nababbo milionario. Dove sono quelli che volevano la polizia per cacciare i poveracci dai parcheggi, probabilmente a contare i soldi che ci spillano ogni volta che andiamo in ospedale.
Mio padre è stato operato e curato dall'equipe dei dottori Scuri e Moretti in Cardiologia. Lo hanno salvato e fatto un'operazione rischiosa, ma mio papà c'è ancora ed è tornato a vivere quasi come prima. Questione anche di fortuna, ma se i medici ed il personale sono bravi e fanno il loro lavoro al massimo delle loro possibilità, le cose possono anche anche avere un lieto fine. Non smetterò mai di ringraziarli per quello che hanno fatto.