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Ecco come accumulare un “montunsèl” di soldi secondo il dialetto bergamasco

Nei nostri proverbi ci sono lezioni insuperabili di economia domestica, a partire dal paperonesco “ü quatrì l’è ’l prensèpe de ü miliù”

Ecco come accumulare un “montunsèl” di soldi secondo il dialetto bergamasco
Pubblicato:

di Ezio Foresti*

Si moltiplicano libri, corsi online e blog dedicati al profitto, con titoli come “Diventare milionari in tre mesi”, “Come arricchirsi senza sforzo”, “Dieci modi per fare soldi senza muoversi da casa”. Al di là dell’efficacia dei metodi proposti, basterebbe una lettura dei nostri proverbi per avere indicazioni di comprovata efficacia.

Nell’apposito capitolo “Economia domestica” Antonio Tiraboschi ne elenca alcuni, capisaldi del nostro modo d’intendere il mondo delle finanze. A quatrì a quatrì a s’fà ’l sechì spiega il valore del risparmio, che consente di costruire un patrimonio moneta dopo moneta. Con molta pazienza, perché per fare uno zecchino ci volevano circa duemila quattrini.

Ricorda Zio Paperone e la mitica Numero Uno invece ü quatrì l’è ’l prensèpe de ü miliù, e lo stesso concetto esprimono tace póch i fà ü tant e granù granèl fa montunsèl. In pratica, le indicazioni per un Piano Individuale di Risparmio che nella nostra infanzia aveva le sembianze della müssina o, per i più fortunati, del libretto delle Poste.

Non mancano i consigli per gli investimenti, come bisògna fa ’l pass segónd la gamba, motto che sembra aver ispirato anche la gestione della nostra squadra di calcio, e che scoraggia le avventure ad alto rischio. Un ammonimento che si rafforza con chi la misüra la düra, e chi no la misüra a l’và inmalura. Per questo le nostre regiure sono così attente ai conti di casa, e non, come può apparire, per tormentare il marito scialacquatore.

Se poi vi chiedete perché normalmente siamo di abitudini alimentari frugali, la risposta è nel detto grassa cüsina màgher testamènt, perché gli eccessi gastronomici si pagano cari. C’è anche un insegnamento che invita a non abbattersi di fronte alle asperità della vita, ma a reagire perché töte i pessade i pórta inàcc ü pass. Anche se in generale non fa piacere riceverle.

*in memoria

Commenti
Gaetano

Praticamente è il vademecum dei taccagno ! Che vita triste !!!

Gloria Belotti

Purtroppo il.dialetto bergamasco si sta perdendo ed è propio un peccato, mi piace leggere i proverbi bergamaschi xchè ci fanno capire la natura della nostra gente di allora, risparmiosa e gran lavoratrice. Speriamo che col tempo si capisca l importanza di tener viva la nostra identità col dialetto. Abbiamo il Vava che ci aiuta😂

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