questione spinosa

Che succede alla nuova Gamec in caso di piena della Morla? Risposta all'interrogazione

La consigliera di minoranza Ida Tentorio ha chiesto precisazioni sulla presenza di sistemi di sicurezza e i rischi della zona. La risposta dell'assessore Valesini

Che succede alla nuova Gamec in caso di piena della Morla? Risposta all'interrogazione
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Ci sono o non ci sono dei possibili problemi idrologici nel cantiere della nuova Gamec di Bergamo e come ci si difende? È questa la questione sulla quale insiste il dibattito nato tra la consigliera di minoranza (FdI) Ida Tentorio e l'assessore alla Rigenerazione urbana Francesco Valesini tramite un botta e risposta tra interrogazione e risposta scritta.

I dubbi

Le perplessità della consigliera nascevano da delle dichiarazioni rilasciate a una testata locale da un rappresentante della ditta costruttrice della Nuova Gamec (la barese Manelli) riguardo «problematiche idrogeologiche» date dal torrente Morla, tali da portare alla necessità di «avanzati sistemi di protezione, tra cui una sonda posizionata a monte della roggia» con tanto di un sistema di allarme collegato a cinque numeri telefonici.  Tentorio quindi sottolinea: «Questa notizia non ci sorprende, perché fa seguito alle affermazioni dell'assessore Valesini nella riunione di Consiglio del 30 settembre dedicato all'alluvione del 9 settembre. Allora, rispondendo alle domande della consigliera Tentorio, che chiedeva se non fosse il caso di ripensare il progetto della Gamec, fatto interamente sopra il pericoloso Morla, Valesini rispose "assolutamente no"».

«Ma che succede in caso di piena?»

Da qui le domande della consigliera inerenti innanzitutto il sistema di protezione nonché di allarme, che vanno dalla conferma di quanto dichiarato dal responsabile della ditta, a quali siano i cinque numeri collegati alla sirena d'allarme, fino alla sollecitazione: «In quanto tempo si riempirebbe e come si evacuerebbe il fantomatico Auditorium in caso di alluvione repentina; in quanti secondi l'acqua raggiungerebbe il metro e mezzo (ricordando che tutto il piano è stato impermeabilizzato, quindi è una vasca ben fatta) come sarebbero portati via eventuali disabili in carrozzina, o anche solo persone con bastone. Come e dove sono le uscite di sicurezza?».

«Perché rischiare la tragedia?»

Non solo, Tentorio amplia il discorso chiedendo se la zona «abbastanza ristretta, ma assai pericolosa, non meriti un approfondimento finalmente completo». Il riferimento è a viale Giulio Cesare, al Ponte di Borgo Santa Caterina interrato, al piano interrato della Gamec, per riassumere secondo la consigliera «qualche centinaio di metri su cui si fa la commedia di dire "tutto va bene", ma che rischiano, speriamo mai, di diventare una tragedia».

Sistemi di sicurezza sì, ma per chi lavora

La risposta dell'assessore Valesini spiega che alla base del tutto ci sarebbe un errore di comunicazione e comprensione: «L'articolo a cui fa riferimento ha ricostruito erroneamente, soprattutto nel titolo, le lavorazioni in corso da parte dell'Impresa appaltatrice. Le sonde e la relativa sirena, richiamata anche ad oggetto dell'interpellanza, altro non sono che sistemi di sicurezza legati ad opere provvisorie in corso all'interno del tombotto della roggia per il consolidamento della sua copertura. Sistemi di sicurezza a garanzia dell'incolumità delle persone che, ribadiamo, provvisoriamente ci lavorano, previsti per legge per interventi all'interno di ambienti confinati. Sono di proprietà della stessa Impresa (come i ponteggi, gru, escavatori e più in generale le attrezzature di cantiere) e verranno rimossi al termine della specifica lavorazione. Non sono quindi da riferirsi in alcun modo al progetto della Gamec e ancor meno alla sua definitiva realizzazione».

«Migliorie rispetto al passato»

Valesini risponde anche alle questioni più ampie sollevate in relazione a tutta l'area: «Si rimanda a quanto precisato nel Dosri (Documento Semplificato di Rischio Idraulico) aggiornato in occasione della stesura del nuovo Pgt. Infine, si precisa che la nuova Gamec non è un nuovo "grande edificio pubblico" ma è l'esito di una riqualificazione di una funzione pubblica esistente dal 1962, destinata a Palazzetto dello Sport. I nuovi interventi idraulici previsti al contrario dal cantiere in corso consentiranno di introdurre migliorie e sistemi di maggior sicurezza rispetto al passato con maggiori garanzie per le nuove destinazioni previste».

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