Gasperini, D'Amico e quelle voci sul futuro che spostano l'attenzione dal vero obiettivo
Dalle parti di Zingonia si pensa solo a chiudere al meglio la stagione entrando di nuovo in Champions, traguardo importantissimo per tutti

di Fabio Gennari
Di questi tempi, le congetture e le domande sul futuro si sprecano. La ridda di voci che mandano questo o quel giocatore a destra e a sinistra ci sono sempre state e sempre ci saranno, ma quest'anno l'Atalanta è investita anche dalle indiscrezioni (vere o montate ad arte) che riguardano mister Gasperini e il direttore sportivo D'Amico. Senza le coppe, poi, la quantità di argomenti per riempire i giornali sono meno. Quindi si ragiona e si approfondisce. Normale, fa parte del mestiere.
Il direttore D'Amico, domenica (6 aprile) prima della Lazio, ha risposto così a chi gli chiedeva delle voci che lo vorrebbero prossimo ds del Milan: «Hai detto bene, sono solo voci, e come tali non si commentano, altrimenti dovremmo commentarne ogni giorno. Siamo tutti unicamente focalizzati sul finale di stagione, mancano otto partite (sette adesso, ndr) e vogliamo affrontarle al meglio».
Questo è ciò che esce da Zingonia, ciò che dicono sia il mister, sia l'uomo che sta già lavorando sul futuro insieme all'amministratore delegato Luca Percassi. Perché lo scenario è troppo delicato per ignorare il campo.
Andare o meno in Champions League sposta 50-60 milioni di euro di premi che si incassano, oltre al prestigio di una competizione che porta giocatori importanti e convince quelli già qui a restare. Per un calciatore, scendere in campo in Champions, Europa o Conference League non è la stessa cosa. Chi conosce la piazza ne apprezza tante sfumature, ma chi arriva guarda a cose che vanno oltre la bellezza dei colori e l'onore di indossarli. Parametri sacri per i tifosi, ma che, a certi livelli, non bastano per creare rose competitive ai massimi livelli.