Omicidio di Costa Volpino

Jashandeep Badhan, che ha ucciso Sara Centelleghe: «Ero strafatto, se non fumo esplodo»

Il 19enne indiano ha dichiarato di fare uso abituale di cannabinoidi e cocaina: la sera del delitto stava cercando della droga. La difesa valuta tra le altre strade la perizia psichiatrica

Jashandeep Badhan, che ha ucciso Sara Centelleghe: «Ero strafatto, se non fumo esplodo»
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Il killer di Sara Centelleghe, uccisa a colpi di forbice a Costa Volpino il 25 ottobre 2024, ha dichiarato davanti al pm in un colloquio che la sera dell'omicidio era «strafatto» perché aveva assunto «cocaina, eroina e cortisone» e cercava hashish per calmarsi.

Il colloquio con il pm

Dopo la chiusura delle indagini, Jashandeep Badhan, 19enne reo confesso a rischio ergastolo, si è effettivamente avvalso del colloquio con il magistrato Gianpiero Golluccio, assistito dal suo avvocato Roberto Grittini. Come riportato da L'Eco di Bergamo, ha sostanzialmente confermato quanto raccontato al tempo al gip, mentre il suo difensore ha fatto sapere che si sta valutando rispetto a un'eventuale richiesta di perizia psichiatrica e per problemi psicologici.

All'indiano viene contestato l'omicidio volontario, aggravato da minorata difesa, crudeltà e nesso teleologico, ma anche la rapina del cellulare della vittima. Badhan, infatti, dopo averla uccisa, non trovando la marijuana che aveva cercato di sottrarre con un sotterfugio all'amica (che l'aveva nascosta a casa di Sara, ndr), si era appropriato del dispositivo.

Sara Centelleghe, la vittima

La ricerca di droga e l'omicidio

I trenta grammi di sostanza erano stati invece poi scoperti dai carabinieri dietro la porta d'ingresso dell'appartamento. L'amica della ragazza uccisa pensava di dover fare uno scambio per della cocaina, ma l'assassino le aveva scritto dei messaggi per farla scendere ai portici della palazzina, per un incontro al quale non si era presentato. Era invece salito fino al locale dove si trovava Sara, era entrato e aveva cominciato a cercare lo stupefacente. Lei all'inizio dormiva, poi si è svegliata e lo ha sorpreso in casa sua.

A quel punto è scattata la furia omicida dell'arrestato, che l'aveva tramortita a pugni, poi colpita numerose volte con le forbici trovate in cucina e infine strangolata.

Si valuta la perizia psichiatrica

«Se non fumo, rimango molto agitato ed esplodo» aveva detto al gip Alessia Solombrino, spiegando di fare uso abituale di cannabinoidi e cocaina. In seguito al suo arresto, era finito per trenta giorni in Psichiatria.

Resta da capire però se questo possa in qualche modo incidere sull'opinione di un professionista incaricato, ma si dovranno attendere le prossime mosse della Difesa in merito.

Commenti
Wasted time

In galera fino alla fine dei suoi giorni questo assassino.

Marcello

Basta che non lo dichiarino incapace di intendere e volere e perciò non processabile. Sarebbe veramente troppo. Anche concedergli attenuanti per queste "motivazioni" sarebbe comunque inaccettabile. La gravità oggettiva di quello che ha fatto deve prevalere su tutto il resto. Ha ucciso una ragazza di 19 anni, e non se la può cavare a buon mercato!

Pippolo

Delitti commessi sotto effetto di droghe dovrebbero automaticamente portare all ergastolo. Se non sei capace di vivere senza farti...sei già un problema per la società.

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