una vita difficile

Le ultime ore di Sanae, trovata morta ad Alzano: perde forza l'ipotesi dell'omicidio

I pantaloni sono stati trovati a Scanzo, in un tratto più a valle del fiume. Forse se li è tolti lei per guadare il fiume da sola

Le ultime ore di Sanae, trovata morta ad Alzano: perde forza l'ipotesi dell'omicidio
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Si inizia a fare più chiaro il quadro sulle ultime ore di vita di Sanae Lahbil, la 44enne marocchina il cui corpo è stato ritrovato sul greto del Serio domenica 6 aprile ad Alzano, facendo pensare inizialmente a un omicidio.

Ora questa prima ipotesi è sempre più lontana, perché gli indizi raccolti sembrano portare verso un malore che l'avrebbe colta o in compagnia di qualcuno - e allora si configurerebbe l'omissione di soccorso - o da sola.

Saranno gli esami tossicologici e istologici ordinati dopo l'esito incerto dato dalla prima autopsia a dirlo, ma intanto circolano le prime ricostruzioni.

I pantaloni

In particolare, L'Eco di Bergamo riporta alcuni nuovi dati in possesso degli inquirenti che riescono a spiegare uno dei misteri che fin da subito hanno fatto pensare che la donna fosse in compagnia. Il corpo è stato trovato infatti in mutande, reggiseno e con solo una canottiera alzata. Mancavano quindi all'appello il resto degli indumenti, nonché la borsa, il cellulare e il portafogli. Tutti questi elementi sembrano però essere stati ora trovati.

Quelli che potrebbero essere i pantaloni della donna sono infatti stati individuati ieri, 11 aprile, nel tratto verso Scanzorosciate, grazie al lavoro della squadra dei Sommozzatori di Treviglio, che negli scorsi giorni è stata impegnata proprio nella ricerca dei vestiti nel fiume. Il giubbotto, come già si sapeva, era invece stato rinvenuto sull'altra sponda e si aggiunge poi il ritrovamento del portafoglio da parte di un ragazzino, non distante dal punto in cui è stato rinvenuto il giubbotto.

L'ultimo pomeriggio

L'ipotesi che si sta facendo strada è che quindi la donna, dalla vita travagliata tra tossicodipendenza e precarietà, abbia passato il pomeriggio di giovedì 3 aprile in zona e sia morta poi nel tentativo di guadare il fiume. Il primo spostamento è quello da Carugate, dove viveva, a Villa di Serio, forse nella notte tra il 2 e il 3 aprile. Si sarebbe quindi presentata a casa di un uomo, che l'avrebbe poi vista uscire con un altro uomo, suo coinquilino.

I due avrebbero passato qualche ora sulla sponda opposta rispetto a quella dove è stato trovato il corpo. Secondo quanto riportato dal Corriere Bergamo, questo secondo uomo avrebbe spiegato di averla lasciata verso le 17 con uno spacciatore della zona.

Cosa è successo?

Qui si crea un gap, che arriva alla sera, quando, probabilmente ancora sotto l'effetto di qualche sostanza, la donna avrebbe cercato di passare dall'altra parte del fiume, guadandolo in prossimità del viadotto, dove effettivamente l'acqua è più bassa. Per non bagnarsi i pantaloni, se li sarebbe tolti e così anche il giubbotto, che probabilmente aveva in mano. Sarebbe forse caduta e avrebbe provato a trascinarsi, da qui i lividi e le escoriazioni trovate sul corpo.

L'autopsia completa servirà a capire se sia stata colta da un malore, ma è possibile sia anche morta di freddo e di stenti. Non aveva con sé borsa e cellulare, lasciati a casa di amici, per chiamare i soccorsi.

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