i due punti di vista

«Mi ha sfidato con una catena», «No, Ricky è stato colpito alla schiena»: le versioni discordanti dei testimoni

Il gruppo della vittima spiega di esser stato disturbato e di aver inseguito i giovani per chiarire; quello dell'assassino di aver avuto paura. Eseguita l'autopsia: venerdì i funerali in Borgo Santa Caterina

«Mi ha sfidato con una catena», «No, Ricky è stato colpito alla schiena»: le versioni discordanti dei testimoni
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Discordano le versioni dei due gruppi, da un lato quello di Riccardo Claris, il 26enne ucciso nella notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio in via dei Ghirardelli a Bergamo, e dall'altro quello di Jacopo De Simone, il 18enne (a breve 19enne) che ha sferrato quell'unico colpo risultato mortale e per il quale la gip Maria Beatrice Parati ha, questa mattina (7 maggio), convalidato l'arresto.

I primi parlano di un atteggiamento provocatorio dei secondi, spiegando di averli seguiti sotto casa del giovane che sarebbe poi diventato l'assassino solo per chiarire; i secondi invece riportano di essere stati circondati dall'altro gruppo e poi inseguiti, di aver avuto paura in quanto si trattava di ragazzi più grandi e qualcuno, anche se non tutti, sostiene di aver visto nelle loro mani spranghe e catene.

«Volevo difendere casa e famiglia»

Non è facile ricostruire quindi i toni e l'atmosfera che si è percepita per quelle vie prima di arrivare all'esito drammatico. Questo però è fondamentale per capire il grado di accusa in gioco per Jacopo De Simone. Nell'interrogatorio di convalida dell'arresto davanti alla gip, ha confermato quanto detto ai Carabinieri e al pm: «Volevo difendere casa e famiglia». In strada c'era anche la madre del ragazzo, che era scesa per placare li animi e cercare il gemello del giovane, rimasto indietro con la fidanzata, e che si era nascosto con lei nelle vie laterali o tra le macchine per evitare il gruppo.

Non solo, secondo quanto riferito dal Corriere Bergamo, De Simone ha anche aggiunto che Claris gli si sarebbe fatto contro e di aver agito quindi per legittima difesa. Il colpo però, stando a quanto diffuso fino ad oggi, avrebbe raggiunto il 19enne sulla schiena, quindi mentre era di spalle. L'autopsia potrà aiutare a chiarire questo punto.

«Nessuno scontro tra tifoserie»

«Non è assolutamente uno scontro tra tifoserie», ha puntualizzato l'avvocato Bosisio, per correggere il tiro dopo «aver letto cose che riguardano dei fatti che rischiano di trascinare problemi di altra natura, anche di ordine pubblico». Il legale tiene in particolare a questo punto in quanto sempre al Corriere Bergamo ha ribadito: «Questo fatto non c’entra niente con il mondo ultras. Jacopo, così come suo fratello, non andava allo stadio da quando era bambino, non ha mai frequentato la curva dell'Inter, è andato qualche volta a San Siro ma non c'entra niente con i tifosi».

Anche lo zio del ragazzo ucciso, sottolinea: «Non c'è stata nessuna rissa legata al tifo. In ogni caso, Riccardo non ritornerà più». Ha anche sottolineato come il nipote frequentasse la Curva Nord e che il legame con l'Atalanta si era rafforzato da quando, nel 2023, aveva perso il padre, membro della Curva. Claris però non era un ultras.

Il punto dei due gruppi

Secondo le ultime ricostruzioni, il tifo sarebbe stato solo la primissima miccia e secondo qualcuno neanche la sola a innescare il tutto. Il migliore amico di De Simone ha raccontato che il ragazzo aveva canticchiato l'inno dell'Inter, o forse solo pronunciato una frase di questo. A quel punto però il loro gruppo sarebbe stato accerchiato da una decina di giovani, tra i quali anche Claris e i suoi amici che li avrebbero poi anche inseguiti.

Ha dichiarato: «Quando sono usciti, io non c'ero, ma so che li hanno inseguiti in trenta contro cinque. Mi hanno chiamato dopo e quando sono arrivato il ragazzo era già per terra. C'era un sacco di gente con cinture e bastoni. Cercavano qualcuno». Dall'altra parte ci sono gli amici di Claris, e anche i conoscenti di questi, che garantiscono come il gruppo non fosse rissoso e che avesse seguito i giovani «solo per chiarire».

Autopsia

Questa mattina è stata anche eseguita l’autopsia sul corpo del giovane all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo: i risultati saranno comunicati più avanti, per ora si conferma solo che a risultare fatale è stata un'unica coltellata che ha colpito il 26enne sotto la scapola.

Nel frattempo, è stata fissata la data dei funerali di Riccardo Claris: saranno celebrati venerdì 9 maggio, alle 10, nella Parrocchia di Borgo Santa Caterina. La camera ardente è in via Suardi 36, aperta al pubblico da giovedì 8 maggio.

Commenti
Diego

È morto un ragazzo. Che tutti si assumano le proprie responsabilità davanti a tutte le persone e alla giustizia. Stiamo parlando di due famiglie devastate e non si cerchi di scaricare colpe gli uni sugli altri.

Luca

La realtà dei fatti è che uno ha ucciso un altro con un coltello . Punto . Le aggravanti saranno se confermate : futili motivi , colpito alle spalle e coltello preso dalla propria cucina . Pertanto Ergastolo . La difesa punterà sui 30 aa . Il giudice deve essere imparziale, giusto e severo .

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