l'omicidio

No alla legittima difesa: De Simone era al sicuro, non aveva motivo di uscire di casa

La pm spiega che il giovane avrebbe «ingenerato una nuova situazione di pericolo» scendendo con il coltello, quando il clima si era ormai calmato

No alla legittima difesa: De Simone era al sicuro, non aveva motivo di uscire di casa
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Il gip Maria Beatrice Parati, che ieri ha convalidato l'arresto per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, disponendo la custodia in carcere di Jacopo De Simone, non ha accettato la versione al confine con la legittima difesa putativa fornita dal ragazzo che nella notte tra sabato 3 maggio e domenica 4 ha ucciso il 26enne Ricardo Claris in via dei Ghirardelli a Bergamo.

Perché non è legittima difesa

Secondo la giudice, De Simone avrebbe consapevolmente «ingenerato una nuova situazione di pericolo», perché, pur essendo rientrato al sicuro in casa, ha poi deciso di scendere di nuovo in strada, per di più con tanto di arma da taglio. Lo riporta L'Eco di Bergamo, che sottolinea come il giovane indagato non avesse evidenze che il gemello e la fidanzata di quest'ultimo, persi di vista durante la fuga e per la cui sorte era preoccupato, fossero in reale pericolo. E non avrebbe neanche provato a chiamare il fratello, o comunque allertare le forze dell'ordine.

Parati ha anche sottolineato: «Si aggiunge che, come ammesso dallo stesso indagato, in strada il gruppo si era allontanato e non era intento ad aggredire né il fratello (non presente) né la madre, con cui (i rivali, ndr) stavano discutendo».

I coltelli nascosti

Non solo, stando a quanto riportato sempre da L'Eco di Bergamo, De Simone avrebbe anche ammesso che la madre, prima di scendere anche lei in strada per placare la situazione, aveva nascosto i coltelli presenti in casa. Il ragazzo però poi un coltello l'ha trovato comunque, l'ha messo in tasca e ha lasciato l'abitazione per poi rientrarci insanguinato dopo aver sferrato il colpo fatale a Claris.

Il colpo

Nel mentre, sono arrivati i risultati dell'autopsia, eseguita all'ospedale Papa Giovanni XXIII dal medico legale Luca Tajana, e riportata dal Corriere Bergamo. Da questa si capisce che il colpo è risultato fatale perché è arrivato in profondità, tanto da colpire il polmone e recidere l'aorta. Dato importante è che la traiettoria del colpo è trasversale, fatto che escluderebbe un'aggressione completamente alle spalle e che si avvicinerebbe di più a quanto riportato dall'arrestato.

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